ItaliaOggi, 25 maggio 2021
Un satellite per studiare le flatulenze delle mucche (e ridurre le emissioni di gas serra)
Una missione satellitare senza scopo di lucro progettata per accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra a partire dal metano. Il lancio di MethaneSat, questo il nome del satellite, è previsto per l’anno prossimo e una volta in orbita dovrebbe monitorare le sorgenti del più semplice degli idrocarburi che, rilasciato in atmosfera, ha un effetto serra ottanta volte più potente dell’anidride carbonica.
Il controllo della missione sarà in mano alla Nuova Zelanda che sfrutterà questa tecnologia per monitorare le emissioni del settore agricolo, in particolare per capire l’esatto contributo dettato dalle flatulenze degli oltre 6,3 milioni di bovini allevati nel paese. Il metano costituisce infatti il 43% delle emissioni totali di gas serra della Nuova Zelanda e oltre l’80% di questo è prodotto dal settore primario, principalmente attraverso i processi digestivi dei grandi ruminanti. Se l’altro partner del progetto, gli Stati Uniti d’America, punteranno l’attività del satellite verso le industrie petrolifere e le perdite che si riscontrano lungo i gasdotti, i neozelandesi metteranno nel mirino le mucche. Il progetto è infatti guidato da un doppio team scientifico: ci sono gli americani dell’università di Harvard e i neozelandesi dell’università di Auckland.
MethaneSat è stato in parte finanziato, tra gli altri, dal governo neozelandese e dal Fondo per la difesa ambientale degli Stati Uniti. Wellington è stato uno dei principali finanziatori del progetto, contribuendo con oltre 15 milioni di euro.
La ricercatrice Sara Mikaloff-Fletcher ha spiegato che il satellite da 350 chilogrammi utilizzerà la Nuova Zelanda come un campo prova per verificare l’accuratezza dei suoi rilevanti di metano prodotto dall’attività agricola, confrontando questi numeri con quelli del governo. Il monitoraggio satellitare potrebbe aiutare scienziati e politici a stabilire la quantità di metano effettivamente prodotta dall’allevamento di animali.
«Il progetto aumenterà la nostra reputazione per le future missioni spaziali e fornirà dati vitali a sostegno della nostra politica sui cambiamenti climatici», ha affermato Megan Woods, ministro neozelandese della ricerca, della scienza e dell’innovazione.
«Stiamo investendo in una missione scientifica che aiuterà direttamente a combattere il cambiamento climatico, dando ai nostri ricercatori l’opportunità di partecipare a una missione all’avanguardia che li vedrà lavorare a fianco dei migliori scienziati del clima ed esperti aerospaziali del mondo», ha aggiunto Peter Crabtree, capo dell’Agenzia spaziale neozelandese.
La peculiarità di MethaneSat è che attraverso uno spettrometro altamente sensibile potrà rilevare concentrazioni di metano fino a due parti per miliardo; l’elevata risoluzione e un campo visivo di 200 chilometri consentiranno di quantificare anche piccole sorgenti su vaste aree, come può essere il contributo di una mandria.