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 2021  maggio 23 Domenica calendario

L’Artico si riscalda il triplo della media

In Italia. Fronti atlantici a intervalli sono stati più attivi con piogge e temporali dal Nord-Est fino al Lazio, mentre il Nord-Ovest è rimasto spesso al sereno sotto un secco foehn. Sul Friuli ha piovuto pressoché ogni giorno nella seconda decade di maggio (182 mm a Cividale), fatto comunque non raro in tarda primavera, e mercoledì nevicava ancora a 1.200 metri. Tempo estivo invece lunedì scorso al Sud (35 °C nel Catanese), più fresco da giovedì con l’arrivo del maestrale, ma una nuova vampata di aria nord-africana culminerà domani mentre al Nord non sono ancora in vista rilevanti slanci di caldo.

Nel mondo. Il ciclone tropicale “Tauktae”, il primo del 2021 nell’Oceano Indiano settentrionale, ha investito con rara violenza l’Ovest dell’India già funestata dal Covid – nel Gujarat non accadeva così intensamente dal 1999 – producendo venti a 170 km/h, maree di tempesta da oltre 3 metri e 127 vittime (più vari dispersi) di cui almeno 60 al largo di Mumbai nell’affondamento di una nave della Oil and Natural Gas Corporation. Inoltre quattro morti per tempeste e alluvioni in Louisiana, e altri 15 per la distruttiva sequenza di tornado del 14-15 maggio in Cina, tra cui a Wuhan e nei pressi di Shanghai. La primavera resta sotto tono su gran parte d’Europa, venti impetuosi battono le isole britanniche, le temperature minime hanno ancora sfiorato gli 0 °C nelle pianure più fredde (Francia, Germania) e all’osservatorio di montagna della Kredarica (2513 m, Slovenia) la neve ha toccato 480 cm di spessore, massimo per questo periodo in oltre mezzo secolo. Ma a oriente della frescura europea una risalita d’aria molto calda fino al Circolo Polare Artico ha portato temperature sbalorditive per metà maggio dapprima in Finlandia (30,5 °C nell’Est del Paese, a un soffio dal record nazionale di 31 °C del maggio 1995) e poi in Russia, qui con 31 °C a Mosca e punte straordinarie di 32 °C in prossimità del Mar Glaciale, una ventina di gradi sopra media! D’altronde l’Artico nel suo insieme si sta riscaldando tre volte più rapidamente della media globale (+3,1 °C tra il 1971 e il 2019), peggio di quanto si sapesse finora, penalizzando popolazioni ed ecosistemi non soltanto locali, comunica un nuovo report dell’Arctic Monitoring and Assessment Programme. Segnali di destabilizzazione forse irreversibile arrivano dalla calotta della Groenlandia occidentale: fondendo, la sua superficie si abbassa di quota andando incontro a temperature più elevate e dunque a fusione ancora più accelerata, dice lo studio Critical slowing down suggests that the western Greenland Ice Sheet is close to a tipping point, sulla rivista Pnas. All’altro capo del pianeta, nel mare antartico di Weddell che si affaccia verso l’Atlantico, dalla piattaforma glaciale galleggiante “Ronne” il 13 maggio si è staccato l’iceberg A-76, secondo lo Us National Ice Center attualmente il più grande al mondo con i suoi 4.160 km2 di area, poco meno della provincia di Grosseto. L’evento ricorda il distacco dell’iceberg A-68 dalla penisola antartica nel luglio 2017, ora completamente fuso alla deriva, ma il legame di questi fenomeni con il riscaldamento globale non è ancora chiaro. L’International Energy Agency dà il suo contributo a progettare un futuro a zero emissioni nel settore energetico con il rapporto Net Zero by 2050. A Roadmap for the Global Energy Sector: il conseguente e auspicato scenario da +1,5 °C è ancora raggiungibile ma solo a patto di una storica impennata negli investimenti in energia pulita che peraltro genererebbero milioni di nuovi posti di lavoro, ma molto dipenderà anche dal ruolo incerto e talora contraddittorio dei biocombustibili, della cattura artificiale di carbonio dall’atmosfera e dei comportamenti individuali.