Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  maggio 23 Domenica calendario

In Francia ripartono persino i treni di notte

I francesi sono tornati al bar. Anche Macron, colto dalle tv, mercoledì mattina, mentre sorseggiava un caffè al tavolino di un bistrot, insieme al suo premier, Jean Castex, a due passi dall’Eliseo (qualcuno ha fatto notare che i due non portavano la mascherina mentre parlavano…). “È un piccolo momento di libertà ritrovata – ha detto –, ma bisogna restare prudenti”. Poco dopo, Castex è andato a vedere un film a Les 7 Parnassiens, un cinema del quartiere Montparnasse. Il 19 è scattata la tappa più attesa della ripartenza della Francia: bar e ristoranti (a cui era consentito finora solo l’asporto), cinema, musei e teatri hanno infatti potuto riaprire. Erano chiusi dal 30 ottobre, senza interruzione. Allora è stata una giornata di festa. Al Louvre l’apertura delle porte è stata accompagnata dagli applausi dei primi visitatori. A fine giornata, nei cinema erano stati venduti più di 300.000 biglietti, come in un giorno “normale”, prima del Covid. I protocolli sono stretti. Per i ristoranti, sono autorizzati solo i déhors con una capienza al 50%. I cinema al 35%, per un massimo di 800 persone, e senza popcorn. Nei musei si devono rispettare gli 8 metri quadri a persona. Hanno riaperto anche tutti i negozi e i centri commerciali. E poi il coprifuoco è passato dalle 19 alle 21. In tanti hanno commentato: “Finalmente si torna a vivere”. Ma Castex ha già rimproverato i francesi, che si sono ammassati per tutto il giorno nei déhors, mentre dei ristoranti non hanno rispettato il coprifuoco. “Lancio un appello alla responsabilità di tutti – ha detto –. È nostro interesse comune rispettare le regole”.
La Francia vuole voltare pagina. Poi però ci sono i dati dell’epidemia. In complesso migliorano, ma i contagi restano alti: ancora 19 mila nuovi positivi ieri. I morti sono stati 141 (108 mila in tutto). L’indice R medio nazionale è di 0,74 e il tasso media di incidenza di 148 per 100 mila abitanti. Ma localmente le medie sono altre, e di fatto le regioni del nord, Parigi compresa, sarebbero ancora “rosse”, al meglio “arancioni”. Poco più di 21 milioni di francesi hanno ricevuto la prima dose di vaccino, meno di Germania e Italia. Si tenta di accelerare ancora: dal 31 maggio (e non più dal 15 giugno) la vaccinazione sarà aperta a tutti i maggiori di 18 anni. Per l’epidemiologa Karine Lacombe si riparte troppo presto, di “due, tre settimane”. Un anno fa, quando si riapriva alla fine del primo lockdown, i malati Covid in terapia intensiva erano meno di mille. Ora sono quattro volte più numerosi, 3.862 ieri. “La quarta ondata dipende da noi – sostiene il dottore Pascal Crépy, di Rennes –. Solo se si rispettano le regole si potrà evitare”.
Certo le riaperture hanno messo il buon umore, e tutti ne hanno bisogno. E pazienza se ha piovuto tutto il giorno. La pioggia è caduta anche sui poliziotti che invece, di primo pomeriggio, si sono riuniti davanti al Parlamento, a Parigi. Erano migliaia, forse 35 mila, arrivati da tutta la Francia. Ancora due di loro sono morti nei giorni scorsi: Stéphanie Montfermé, uccisa da un radicalizzato, e Éric Masson, ucciso in un’operazione anti-droga. Allora chiedono al governo una legge che li protegga di più e che sanzioni in modo più fermo chi li attacca. Gérard Darmanin, il ministro dell’Interno, è andato a sostenerli. Lo hanno fischiato.
Ha messo un po’ di allegria anche il ritorno in nazionale di Karim Benzema, per gli Europei di calcio: vi mancava da cinque anni per uno scandalo di ricatti e sex-tape. È meno allegro probabilmente Nicolas Sarkozy, l’ex presidente che deve rendere conto davanti ai giudici delle spese della campagna elettorale del 2012, costata più di 42 milioni di euro, quasi il doppio del tetto di 22,5 milioni autorizzato per legge. Il processo si è aperto ieri, al tribunale di Parigi, ma Sarkozy, che aveva tentato in ogni modo di far annullare la procedura, ha mandato il suo avvocato da solo. Per finanziamento illegale di campagna rischia un anno di detenzione. Era già stato condannato, a marzo, in un’altra procedura, a tre anni di detenzione, di cui due con la condizionale, per corruzione e traffico di influenza.
Infine, è arrivato stamattina a Nizza, alle 9:11, il primo treno di notte partito ieri sera da Parigi, gare d’Austerlitz, alle 20:52. A bordo, il solito Castex. Il collegamento notturno Parigi-Nizza era stato soppresso nel 2017, vittima dell’alta velocità e dei voli low cost. Ma, nel frattempo, ci sono stati Greta Thunberg e la crisi degli aerei legata al Covid. E il treno è tornato di moda. La nuova legge per la transizione ecologica stanzia un budget di 5,3 miliardi di euro per le ferrovie, di cui 100 milioni per i treni di notte. Ne restavano solo due (il Parigi-Briançon e il Parigi-Rodez), a termine ne rientreranno in funzione una decina. E si ripensa anche al Parigi-Roma. Per i nostalgici, il nuovo Parigi-Nizza ricorda il mitico, e lussuoso, Train bleu, partito nel 1886, il treno dell’alta società parigina e degli intellettuali. Lo prendevano Chanel, Cocteau e Marlène Dietrich. Di quell’epoca d’oro oggi non resta più nulla. Il nuovo treno dovrebbe attirare soprattutto per il costo dei biglietti, da 19 a 39 euro. È già tutto pieno fino al 28 agosto.