Il Sole 24 Ore, 23 maggio 2021
Il governo britannico riprende il controllo delle ferrovie
Oltre un quarto di secolo dopo la contestata privatizzazione, Londra si riprende il controllo delle ferrovie britanniche. La riforma appena annunciata dal Governo conservatore prevede la creazione di Great British Railways, un ente pubblico che avrà il controllo delle infrastrutture ferroviarie e dei servizi a livello nazionale, gestirà la rete, stabilirà il prezzo dei biglietti e fornirà informazioni e rimborsi.
È «l’inizio di una nuova era» per le ferrovie e per i passeggeri, ha dichiarato il ministro dei Trasporti Grant Shapps, che ha insistito però che «non si tratta di una re-nazionalizzazione», termine inviso ai Tories, ma di «una semplificazione di un sistema frammentario e complesso che non ha funzionato».
Semantica a parte, la riforma annunciata ieri dal Governo di Boris Johnson rivoluziona il sistema introdotto negli anni Novanta da John Major, che aveva privatizzato British Rail, dividendo la rete nazionale in oltre venti franchise regionali e dando alle società private facoltà di stabilire il costo dei biglietti e la frequenza dei servizi.
Il nuovo sistema centralizzato prevede invece la concessione di commesse alle imprese private con rigidi paletti. Chi ottiene i contratti di gestione dovrà seguire gli orari fissati e rispettare i parametri di efficienza e puntualità stabiliti da Great British Railways (Gbr), con qualche eccezione. Le società che gestiscono le tratte intercity, dove i treni sono in concorrenza con gli aerei, potranno mantenere una certa flessibilità su marketing e prezzi dei biglietti.
La riforma presentata nei giorni scorsi, che diventerà operativa nel 2023, è il risultato di tre anni di studio da parte di Keith Williams, ex amministratore delegato di British Airways, che il Governo aveva incaricato di esaminare il settore ferroviario e proporre soluzioni alla crisi che nel 2018 aveva portato al caos totale, con la cancellazione di migliaia di treni e la rabbia di centinaia di migliaia di pendolari.
Il nuovo sistema messo a punto da Williams punta a essere più efficiente e più tecnologico, con un maggiore utilizzo di pagamenti contactless e biglietti digitali sui cellulari. Prevede anche l’introduzione a partire da giugno di biglietti stagionali flessibili per andare incontro ai pendolari, che anche dopo la pandemia difficilmente torneranno in ufficio cinque giorni a settimana.
Negli ultimi anni a fronte di ritardi e inefficienze nel sistema il Governo era stato costretto a intervenire più volte per garantire i servizi essenziali. Dal 2012 a oggi due terzi delle nuove commesse sono state appaltate senza concorrenza, che era uno dei principi della privatizzazione.
La pandemia ora ha accelerato il cambiamento. Il numero di passeggeri è crollato durante i lockdown e Londra ha dovuto mettere l’intera rete ferroviaria in stato di emergenza, con un costo di 12 miliardi di sterline. Il Governo ha insistito che nonostante la riduzione del traffico intende potenziare la rete ferrovia ria e tutelare sia i servizi passeggeri che i posti di lavoro. I costi saranno ridotti grazie alla semplificazione della struttura, ha detto Shapps, che però non ha escluso un aumento dei costi dei biglietti.
«È ora di avviare le riforme per dare alle ferrovie fondamenta solide e stabili per il futuro utilizzando le capacità di innovazione e concorrenza del settore privato -, ha detto il ministro -. Gbr diventerà un marchio familiare per i passeggeri che rappresenterà treni puntuali, tariffe semplici e un sistema ferroviario moderno e verde che soddisfa le esigenze della nazione».
Il marchio Gbr sostituirà Network Rail e sarà più simile a Transport for London, la rete di trasporti della capitale, dove diversi operatori lavorano sotto l’ombrello di un unico marchio.
L’opposizione laburista ha obiettato che la riforma «è l’ennesimo esempio del Governo che parla bene ma razzola male, dato che il costo dei biglietti continua ad aumentare, ci sono stati tagli per un miliardo di sterline e una lunga serie di promesse infrante ai passeggeri in tutto il Paese», ha detto Jim McMahon, ministro dei Trasporti-ombra.
Anche i sindacati hanno criticato le riforme proposte dal Governo, descrivendole come «un’occasione mancata». Secondo Mick Whelan, segretario generale di Aslef, il sindacato dei macchinisti, «le società private continuano a incassare gli utili ma tutti i rischi ricadono sul settore pubblico. Prima o poi questa riforma verrà utilizzata per giustificare tagli ai servizi.