La Stampa, 23 maggio 2021
I crediti deteriorati sfiorano i 100 miliardi
Se nei prossimi anni le banche italiane avranno un problema coi crediti deteriorati, la colpa sarà soprattutto del Nord. A lanciare l’allarme è la Fabi, il sindacati dei bancari, che ha mappato l’esposizione dell’industria del credito alle sofferenze. Su 96,9 miliardi di euro complessivi su base nazionale, 50,9 miliardi fanno riferimento al Settentrione. Di questi, 30,5 miliardi solo al Nord-Ovest, con la Lombardia a pesare per 23,4 miliardi, di cui quasi 18 derivanti dalle società. E le stime per il 2022 non sono positive.
Dopo la Lombardia, si trova il Lazio (13%), seguito da Emilia-Romagna (9%), Veneto (8%) e Toscana (6,7%). La mappa diventa più gialla per il Trentino-Alto Adige (2%), l’Umbria (1,9%) e la Liguria (1,8%), spiegano i bancari. A patire di più sono le imprese. Tra sofferenze e probabili inadempienze, secondo i dati Fabi, a carico delle famiglie ci sono 14,4 miliardi di euro, il 27% del totale. I restanti 71,1 miliardi sono appannaggio delle aziende. Su questo versante, fa notare Banca Ifis, il settore più esposto nel 2021 è quello delle costruzioni, con il 27% di crediti a rischio, seguito dall’industria (24%), dal commercio (17%), dal real estate (14%) e dai servizi (12%).