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 2021  maggio 22 Sabato calendario

Intervista a Bill Emmott, per l’ex direttore dell’Economist «Johnson vuole controllare la tv per vincere la sua guerra culturale»


LONDRA – «Ora il vero rischio per la Bbc è una “italianizzazione”, ovvero diventare preda dei partiti politici, cosa che nel Regno Unito non è quasi mai stata perché pubblica ma imparziale. Adesso, invece, Boris Johnson e il partito conservatore vogliono aumentare decisamente la loro influenza sulla Bbc, come fece Berlusconi con la Rai: potenzialmente, è la minaccia peggiore nella storia della tv pubblica». La Storia si ripete e così a parlare è Bill Emmott, celebrato giornalista inglese, 64 anni ed ex direttore dell’Economist, che proprio sotto la sua guida pubblicò la copertina di Berlusconi “unfit”, “inadatto” a guidare l’Italia. Ora Emmott mette in guardia anche la “Beeb”, la Bbc come amorevolmente la chiamano, o chiamavano, gli inglesi. Perché ora il leggendario servizio pubblico britannico potrebbe cambiare per sempre: lo scandalo Bashir dell’intervista a Diana, ma anche le enormi pressioni di Johnson, le critiche incrociate di parzialità e poi l’arrivo di due nuove tv che potrebbero cannibalizzarla.
Emmott, quali possono essere le conseguenze a lungo termine dello scandalo dell’intervista a Diana?
«Per quanto così grave da coinvolgere la famiglia reale, questo caso sarà prima o poi dimenticato. Il vero problema è un altro».
Quale?
«Lo scandalo arriva in un momento cruciale per la Bbc, oggi molto più vulnerabile e sotto attacco, soprattutto da parte del governo Johnson. Sono preoccupato. Il premier non si lascerà sfuggire un’occasione simile per realizzare i piani che da tempo hanno lui e i conservatori: riformare e influenzare decisamente la Bbc».
Perché? Da dove arriva questa brama?
«Ci sono due ragioni. La prima: i conservatori considerano la Bbc un covo di europeisti, liberal, giornalisti e showman di sinistra che hanno messo spesso alle strette i governi tory. Secondo: il governo Johnson vuole scatenare le culture wars, le “guerre culturali” contro il politicamente corretto e i cosiddetti antirazzisti woke, in nome della libertà di espressione.
Non a caso, il ministro della Cultura ha già minacciato di bloccare i fondi a musei e associazioni che hanno visioni molto critiche su Storia, Impero e schiavitù di questo Paese. Una Bbc debole fa il loro gioco».
Somiglia molto alle pressioni di Berlusconi sulla Rai, vent’anni fa.
«Esatto. La mia paura è che la Bbc venga lottizzata dai partiti, come in Italia».
La “Bbc” poi si trova in una posizione scomoda anche perché oggi, nell’era dei social media, viene accusata di parzialità, proprio mentre cerca ossessivamente l’opposto.
«Lo scontro pluriennale sulla Brexit ha fatto emergere questo problema, che però ha radici più profonde. La frammentazione delle fonti di informazione e la loro partigianeria hanno trasformato l’imparzialità della Bbc in neutralità: ossia nel non prendere più posizione su niente. E perdere così quel ruolo di guida nel leggere i fatti».
Non crede che sia un enorme problema per la “Bbc”, visto che stanno arrivando oltremanica due “Fox news britanniche”, ossia canali di informazione di destra e politicamente scorretti come “Gb News” e “News Uk” di Rupert Murdoch?
«Certo. A causa di questa “neutralità”, la Bbc sarà molto più noiosa di Gb News o News Uk, che invece avranno più personalità, saranno più provocatorie e ruberanno pubblico. Io credo che la Bbc sopravviverà. Ma di certo, a maggior ragione quando Johnson sferrerà il suo assalto con nomine controverse ai vertici, questo è il momento potenzialmente più rischioso della storia della Bbc ».