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 2021  maggio 22 Sabato calendario

Topolino dice addio all’Italia chiudono tutti i Disney store

La rivoluzione dell’on-line impressa dall’emergenza Covid miete nuove vittime. E questa volta le vittime sono i Disney Store che lasciano l’Italia, con tanto di dipendenti destinati a doversi cercare un nuovo lavoro. La celebre catena internazionale ha deciso, dunque, di abbassare le serrande di tutti i suoi 15 punti vendita sparsi sulla Penisola, lasciando «più di 230 dipendenti col fiato sospeso per l’inaspettata notizia». L’allarme arriva dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs dopo aver appreso la decisione dall’azienda. Notizia che «peraltro è arrivata a cose fatte, con la messa in liquidazione della società avvenuta il 19 maggio scorso», denunciano gli stessi sindacati, annunciando per martedì prossimo un’assemblea unitaria dei lavoratori in modo da preparare «iniziative di lotta da mettere in campo».
«Dopo l’emergenza sanitaria e le tante restrizioni, i periodi di cassa integrazione alternati a periodi di lavoro non certo brillanti, dopo l’anno più difficile, ora più di 230 famiglie dovranno affrontare un’ulteriore fase difficile e piena di incertezza», avvertono le sigle sindacali, sottolineando che si tratta di «una decisione grave, di un marchio importante, punto di riferimento in molti centri storici per adulti e bambini, che ha comunicato la decisione senza avanzare proposte per la tutela dell’occupazione».
LE CONTROMOSSEIn realtà, la mossa del colosso americano non è così inaspettata. Già alle prese con i danni per la chiusura prolungata dei suoi parchi tematici, il gruppo Usa ha annunciato a marzo scorso la sua strategia per tamponare le perdite (nel pieno della pandemia ha registrato un passivo di oltre 710 milioni di dollari, mentre i ricavi sono scesi a 14,7 miliardi rispetto ai 19,1 miliardi dello stesso periodo dell’anno prima) ridisegnando la geografia dei negozi sparsi per i 50 Stati americani, molti delle quale oggi oggi si preparano a chiudere.
Attualmente, in tutto il mondo ci sono 300 Disney Store. Dopo la cura dimagrante ne resterà aperto poco meno dell’80%. Solo nel Nord America è previsto che abbassino le serrande per sempre 60 punti vendita. Il gigante dell’intrattenimento ha deciso di rilanciarsi puntando tutto sullo shopping on-line. 
«Ora abbiamo intenzione di creare un’esperienza di e.commerce più flessibile e interconnessa che dia ai consumatori un facile accesso a prodotti unici e di alta qualità in tutti i nostri franchise», aveva spiegato Stephanie Young, presidente della Disney per i prodotti di consumo, i giochi e le pubblicazioni. Ma i costi per il lavoro in tutto il mondo saranno alti. Già lo scorso anno il gruppo aveva annunciato circa 30mila licenziamenti.