Corriere della Sera, 21 maggio 2021
Finanza Usa in balia degli influencer
«Non è mai una buona idea investire in uno strumento finanziario come una Spac solo perché qualche personaggio famoso lo sponsorizza». Firmato Sec. Fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile che l’arcigna authority che sorveglia le Borse americane e sanziona chi viola le regole, emettesse un investor alert, preoccupata dai consigli finanziari di Serena Williams o di campioni del football americano come Colin Kaepernick o del baseball come Alex Rodriguez. Ma la finanza è profondamente cambiata e non solo perché vengono inventati strumenti sempre più rischiosi come le Spac (shell company nelle quali finanzi un gestore senza sapere in cosa investirà): nell’era delle reti sociali e della diffusione dei movimenti anti-establishment, a determinare le scelte d’investimento di platee sempre più ampie di risparmiatori, spesso giovani alle prime esperienze finanziarie, sono influencer di varia estrazione: sanno poco di mercati ma sono esperti di disruption e hanno milioni di seguaci. La bolla di Gamestop (e titoli simili) e il boom delle criptovalute sono fenomeni alimentati da questi personaggi: da demolitori scientifici di vecchi schemi al rapper Snoopy Dogg che ha fatto impennare il Dogecoin, una valuta virtuale nata per gioco, semplicemente mettendo su Twitter un’immagine alterata della cover di un suo disco nella quale l’artista compare con una testa di cane. Personaggi capaci di influenzare i mercati sono sempre esistiti: basti pensare a Warren Buffett. Ma chi li seguiva li considerava competenti e poteva misurare i loro successi. Oggi sono in molti a sostenere che, grazie ai social media, chiunque può diventare un promotore finanziario, anche se non sa nulla di finanza: basta avere follower affezionati. E non va molto meglio con influencer che sanno di economia, ma fanno operazioni spregiudicate come il manager sportivo David Portnoy, il venture capitalist Chamath Palihapitiya o lo stesso Elon Musk, protagonista dell’ultima fase dell’esplosione del Bitcoin con la sua Tesla che ha investito 1,5 miliardi di dollari nella criptovaluta. Poi l’ha fatta crollare (prima del colpo arrivato anche dalla Cina) fingendo di scoprire all’improvviso quello che si sa da sempre: che il Bitcoin ha un forte impatto sull’ambiente perché i computer che lo estraggono assorbono enormi quantità di energia.