ItaliaOggi, 21 maggio 2021
Periscopio
Rula Jebreal, detta l’Alba Parietti del Medio Oriente, è bellissima, poliglotta (arabo, ebraico, inglese e italiano) ed ha lo sguardo perennemente corrucciato di chi regge le sorti del mondo mentre tutti gli altri fischiettano ignari del baratro che li attende. Massimo Donelli. QN.
Ho sempre guardato con curiosità alla destra. Ma non è per nulla un debito verso suo padre. È una cultura con cui fare i conti, la destra ha contato qualcosa, basti vedere Céline, Pound, Jünger». Giampiero Mughini, scrittore (Concetto Vecchio). La Repubblica.
Con la morte di Alcide De Gasperi i democristiani persero un fuoriclasse, ma rimase il partito. C’erano i Mario Scelba, gli Amintore Fanfani, Ezio Vanoni e altri minori. Tutti rivali fra loro come galletti messicani ma uniti negli intenti e nella lotta ai socialcomunisti, anch’essi ben forniti da tipi energici, da Pietro Nenni a Giancarlo Pajetta, a Palmiro Togliatti e alla soave virago Nilde Jotti, sua metà. Se mancava il leader, restava il gruppo. Oggi, senza partiti, restano i Paolo Gentiloni, i Giuseppe Conte, i primi che passano. Giancarlo Perna, Cinquant’anni di risse tra i poteri. Guerini e Associati.
Berlusconi non è assolutamente agli sgoccioli, salvo eventualmente per l’età. Particolare però secondario se penso a come è sopravvissuto con tutte le carognate che gli hanno fatto. Giorgio Forattini, disegnatore satirico (Giancarlo Perna). Libero.
Tornerà prepotentemente in evidenza il tema del clima? Ricomincerà un nuovo festival delle chiacchiere, sostituendo Clima a Virus, fenicotteri a pipistrelli? I climatologi ci libereranno dei virologi? Ci sottoporranno a un’impronta carbonica personale alla quale dovremo attenerci? Un Nobel indiano ha dettato i tre obiettivi base per noi umani: 1 «Emissioni Zero»; 2 «Concentrazioni di Ricchezze Zero»; 3 «Disoccupazione Zero». Per quel che lo conosco, neppure Dio pretenderebbe tanto. Riccardo Ruggeri, Zafferano news.
Le elezioni amministrative saranno la vera cartina di tornasole, tanto più che oggi, in tutto il mondo, i principali attori sono ormai diventate le grandi città, non più gli Stati centrali. Londra, New York, Berlino, Milano, Denver, Houston, Boston e molte altre aree metropolitane sono divenute driver di innovazione. Basti pensare ai nuovi «Studios» di Netflix, che trasformeranno una quasi sconosciuta città del New Mexico come Albuquerque, nella nuova Hollywood. Luigi Bisignani per Il Tempo.
Napolitano era un aristocratico. Fin da ragazzo si autodefiniva «atarassico» per la capacità di dominare le passioni. S’impose d’imparare l’inglese a 50 anni e ci riuscì. S’era dato l’impegno di favorire, attraverso le riforme, il traghettamento verso una democrazia più matura, diciamo pure meno barbarica. Tentativo fallito, anche se lo aveva posto come condizione per la sua rielezione. Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera (Stefano Lorenzetto). L’Arena.
Purtroppo un certo declino della religiosità e quindi anche della Chiesa è innegabile. Le cause sono molte. La principale è la forza della secolarizzazione, anzi della scristianizzazione che attraversa le società occidentali e si allarga anche oltre; ad esempio in America Latina. Non dobbiamo però rassegnarci, tanto meno disperare. Occorre insistere nell’evangelizzazione e prendere posizioni chiare, coraggiose e realistiche sui problemi che interessano alla gente. Soprattutto, dobbiamo aver fiducia nel Signore che non abbandona il suo popolo. Camillo Ruini, cardinale (Aldo Cazzullo). Corsera.
Non sappiamo ancora se l’universalizzazione in corso del sistema democratico liberale e della pace è un processo storico inevitabile. Ma noi sappiamo già che un tale mondo sarebbe una minaccia per l’America. Dipendente economicamente dal resto del mondo, l’America ha bisogno di un livello di disordine che giustifichi la sua presenza politico-militare nel Vecchio Mondo. Emmanuel Todd, Après l’Empire. Gallimard. 2013.
Abbiamo ricominciato, io e mia moglie, con un approccio totalmente diverso, eravamo preparati al fatto che sarebbe stato difficile stare assieme. Eravamo però consapevoli che era importante riuscirci, non solo per i bambini ma anche per noi. E dopo tanti anni mi rendo conto che è stata una scelta appagante, io oggi sarei più solo, più triste, meno ricco senza di lei. Quando guardo i suoi occhi vedo scorrere tutta la mia vita, le mie stagioni, lei ha vissuto con me il meglio e il peggio. Lei è il mio hard disk, dentro ci sono tutti i miei file. Così è per lei quando guarda me. E così ci si innamora ogni giorno dell’altro per dei valori che non sono quelli di 55 anni fa, è un amore molto più profondo. Pupi Avati, regista (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Sono stato consigliere comunale nella giunta Rutelli, so per esperienza che è una città difficilissima da governare: solo il Tuscolano è grande come Firenze, cento comuni, una provincia sconfinata. Troppi meandri incancreniti. Vedere Roma ridotta così, oggi che vivo a Treviso, mi fa male ma non voglio giudicare la sindaca Raggi, che non conosco. Ci vorrebbe una svolta coraggiosa e non vedo nessuno con le caratteristiche adatte. I 5 Stelle non li capisco: il mestiere di politico non si improvvisa. Adriano Panatta, tennista (Gaia Piccardi), Corsera.
C’è una foto famosa che ha bloccato in uno scatto lo stupore e la commozione di tre paracadutisti israeliani arrivati tra i primi al cospetto del «Kotel», del Muro del Pianto, ultima traccia del Secondo tempio di Erode, il luogo più sacro sulla faccia della terra per la religione ebraica. La scattò un reporter al seguito dell’esercito israeliano, David Rubinger. Una cara amica, oggi lontana ma sempre cara, anni fa mi regalò un magnifico libro di Yossi Klein Halevi, Like Dreamers, come sognatori, come in sogno, verso tratto dal Salmo 126 («Quando il Signore fece tornare i reduci di Sion/ci sentivamo come in sogno/Allora spuntarono sorrisi sulle nostre labbra/ e canti di gioia sulle nostre lingue»). È un lungo reportage nel quale Halevi ricostruisce la storia della Brigata di paracadutisti che prese la Città Vecchia e le vite deragliate di quegli eroi dopo la guerra. Maurizio Pilotti. Libertà.
Penso che la storia che si racconta debba ormai tenere conto della «storia naturale», cioè della vita naturale della terra e delle altre specie, inclusi i virus, i terremoti, il clima. Senza di che, l’illusione di essere i figli prediletti di Dio e i padroni di tutto ci condurrà alla rovina. Adriano Prosperi, storico (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Gli uomini li conosci solo quando hanno più bisogno di te. Roberto Gervaso.