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 2021  maggio 18 Martedì calendario

Angelini, il chitarrista multato diventa l’emblema dei radical chic (E i social lo puniscono)

Lo svantaggio della sinistra è che ogni volta deve farsi carico di tutto, ora pure di Roberto Angelini. E se non sapete chi è, forse siete anche un po’ fortunati, ma solo perché significa che impiegate il vostro tempo meglio che spippolando il cellulare a caccia dell’imputato del giorno di cui ognuno ha il diritto di essere pm per quindici minuti. La storia è questa. Angelini è un musicista. Lavora nel programma di Zoro, alias Diego Bianchi, Propaganda live, che da molti anni – ora su La7, prima su Rai3 con il nome di Gazebo – è un po’ il tempio del progressismo televisivo. Ma Angelini è anche un ristoratore. Ha un locale a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, un tempo capitale del centrosocialismo ormai mezzo gentrificato e mezzo sventrato dalle apericene, parlandone da vive. Succede dunque che un provato Angelini fa sapere ai suoi seguaci Internet di aver preso in quanto ristoratore una multa pesante, 15 mila euro, perché una sua amica, una che ha dormito e mangiato a casa sua – «una pazza incattivita dalla vita», la definisce poi – lo ha «tradito» denunciandolo per lavoro nero alla Guardia di Finanza mentre lui l’aveva presa a fare consegne solo per farle «un favore», c’era il Covid e niente lavoro, e credeva di «fare del bene, pensa tu», e «non imparo mai dalla vita» e, per carità, Angelini capisce la lotta dei rider contro le multinazionali del delivery, ma se lui piccolo imprenditore assume l’amica con una stretta di mano poi si aspetta come minimo che non diventi Rosa Luxemburg o Vincenzo Visco. Qui c’è il primo bivio della storia. Perché il post di Angelini suscita due reazioni. La prima è quella tipica dei suoi colleghi che solidarizzano a colpi di cuore e non faremo i nomi per non partecipare al rinvio a giudizio sui social (comunque già in corso), ma sappiate che c’è il fior fiore della musica impegnata sui diritti, il cast del concertone del Primo Maggio, comprese cantanti che guai a non prevedere una legge che punisca penalmente chi insulta la comunità lgbtq ma che poi mette un cuore se a una fattorina in nero si dà della «pazza incattivita dalla vita». Quindi c’è l’altro filone di risposta, la cui sintesi è un condivisibile «Angelì, ma ‘nte vergogni?».
E lui un po’ deve essersi vergognato, perché si è poi scusato pubblicamente con l’ex amica, pentendosi di averla «esposta alla gogna», e forse ha pesato pure il fatto che la storia era alquanto diversa da come l’aveva raccontata lui, «di pancia», come ha spiegato per giustificarsi. La ragazza era infatti stata fermata da una pattuglia mentre consegnava il sushi e, da regole anti- Covid, si era autocertificata spiegando di lavorare per chi sapete. Scattano i controlli, lei viene ricontattata dalla Finanza e – anziché resistere come i partigiani in via Tasso, sperava Angelini – conferma di essere in nero. E ora pure disoccupata, perché la sanzione in questi casi è di 7 mila euro per chi regolarizza il lavoratore e di 15 mila per chi no, dunque è chiaro come è andata a finire.
A questo punto diventano guai per Angelini, perché la gogna tocca a turno e, da un paio di giorni, è la volta sua. Ma nell’era dei social funziona al contrario che nei reality show, nessuno può mai dirsi solo “se stesso”. Perciò Angelini, con quel pizzetto sale e pepe, la chitarra due amici una ragazza e uno spinello, e il ristorante sushi a San Lorenzo, diventa l’emblema della sinistra radical chic che predica bene e razzola male. Quindi, se Angelini ha toppato, con lui hanno toppato tutti quelli della schiatta sua, e il Pd e la Cgil e la sinistra ztl e certo Letta e forse Bertinotti e Zingaretti no?
Ma quello al quale va peggio di tutti è Zoro, il conduttore di Propaganda, al quale in tre giorni ne sono capitate più che in un anno, e dopo Rula Jebreal che rifiuta via social l’invito al programma perché scopre che è l’unica ospite donna in mezzo a sei maschioni (processo per direttissima a Zoro sui social, lui è costretto a un monologo iniziale in cui con sobrietà spiega che sceglie gli ospiti per competenza, non per genere, e resiste eroicamente alla tentazione di obiettare se qualcuno ha chiesto per verifica ai sei maschioni in quale genere vogliono auto-riconoscersi), e dopo Angelini che non paga i contributi e ci chiede sopra la solidarietà del web, gli è toccato pure che Sky abbia scelto suo nipote venticinquenne per sostituire Alessandro Cattelan alla conduzione di X Factor, ingaggio che ha scatenato subito frotte di «è tutto un magna-magna» da parte dei molti che certamente avrebbero avuto la parte se non fosse stato per questa indegna Parentopoli dello spettacolo.
Adesso è pieno di gente che chiede il licenziamento di Angelini, unica via per lavare l’onta su Propaganda, e siamo orgogliosi di dirvi che almeno questo non è un caso di cancel culture, dato che Angelini non l’ha sparata né grossa né controcorrente, l’ha sparata e basta, e del resto forse la cancel culture non
Il chitarrista multato diventa l’emblema dei radical chic
E i social lo puniscono
esiste, l’ha spiegato Zerocalcare, spesso ospite d’onore di Zoro, con 27 tavole sul numero di questa settimana di Internazionale : “La dittatura immaginaria” e il più bel dibattito dell’anno, ci pensi Bianchi, potrebbe essere quello tra il fumettista e Natalia Aspesi che, per aver scritto che la ragazza morta in un orditoio a Prato non si risentiva se le rivolgevano apprezzamenti per strada, ha aggiunto alla sua già corposa lista di cose da snobbare le migliaia di messaggi in cui le si augurava il peggio e, curioso, le si dava della «brutta vecchia» (la coerenza non è il forte degli indignati on line).
Nel frattempo, mentre a sinistra c’è la guerra civile su Angelini e Rula e le modifiche al ddl Zan e i trans contro le donne e le donne contro gli uomini, Matteo Salvini è andato a Foggia, si è fatto una fotografia in mezzo ai carciofi e ha disegnato un cuore sulla spiaggia e Giorgia Meloni ha dato alle stampe un libro per autocelebrare il coraggio delle sue idee, lei che se non è la Rosa Parks della destra italiana è solo perché quei fighetti della sinistra l’autobus manco lo prendono e nessuno le chiede il posto.
Decidete voi chi è messo meglio per le prossime elezioni.