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 2021  maggio 18 Martedì calendario

Periscopio

Ho già dettato l’iscrizione per la mia lapide: «Sto da Dio». Arrigo Cipriani (Stefano Lorenzetto). L’Arena.
Adesso che ho 80 anni ho capito degli italiani che siamo il popolo che osannava Mussolini e che il 26 luglio si scoprì antifascista. Giampiero Mughini, scrittore (Concetto Vecchio). la Repubblica.

Un sondaggio di Alessandra Ghisleri dice che il 70% degli elettori Pd vuole l’alleanza con il M5s e che il 70% degli elettori grillini non vuole. Bruno Vespa. QN.

Un solo nome, ha saputo mia madre, non so da chi, sbalza fuori, in occasione della disfatta, dalle mura del Quirinale: quello di un generale che io conobbi capitano sul Carso, in prima linea, nel settembre 1917: Carlo Calvi di Bergolo, che i tedeschi si sono affrettati a far scomparire. Paolo Caccia Dominioni, Alpino alla macchia”1943-45”. Cavallotti editori, 1977.

Raramente, nell’aula di Montecitorio e poi in quella di Palazzo Madama, sono risuonate parole così stringate, così efficaci, così toccanti. Il discorso di Mario Draghi rimarrà nella Storia italiana tra i pochi che hanno segnato un’epoca, una decisione, una scelta. E non per l’oratoria che è asciutta, scabra come in passato furono quelle di Giovanni Giolitti, Alcide De Gasperi, di Palmiro Togliatti. A scanso di polemiche, evito di citare i più recenti. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.

Scalfaro fu l’ultimo dinosauro della Dc, al potere mentre Tangentopoli faceva tabula rasa di tutti i partiti. Si trovò a duellare con Berlusconi, che per lui era un marziano. Il suo portavoce Tanino Scelba, nipote dell’ex premier Mario Scelba, chiese due volte per iscritto al Corriere la mia rimozione. Poi, anche grazie alla figlia Marianna, con Scalfaro instaurai un buon rapporto. Una sera alle 22, a fine dicembre, mi cercò al telefono: «Questo governo mi tratta come un cameriere. Mi ha mandato la legge finanziaria un’ora fa, mi costringe a firmarla senza darmi neppure il tempo di leggerla». Capii che mi parlava di Berlusconi affinché lo scrivessi, cosa che feci. Era molto diverso da come lo avevo immaginato. Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera (Stefano Lorenzetto). L’Arena.

Stando al Presidente, ciò che conta riesumare del passato sono gli orrori. Si ricorda la storia dei nostri nonni e genitori solo per dire: «Mai più!. Mai più ripetere gli errori del passato. Ci sono così, il Giorno della Memoria della Shoah, genocidio nazista; il Giorno del Ricordo delle Foibe, eccidio comunista; gli annuali mesti appuntamenti per la rappresaglia delle Fosse Ardeatine, la strage di Marzabotto, la macelleria di Sant’Angelo di Stazzema. Giancarlo Perna. LaVerità.

Le riforme economiche sul modello cinese o vietnamita comporterebbero per Cuba una rivoluzione vera, il riconoscimento della proprietà privata e del libero commercio, l’apertura all’estero. Cuba ne avrebbe bisogno come il pane perché il suo sistema economico è uno dei più inefficienti sulla faccia della terra, non da oggi ma dal 1959, dalla rivoluzione in poi. Ma Cuba non è la Cina e il Vietnam. La matrice dell’ideologia rivoluzionaria cubana ha radici di integralismo cristiano. Fidel Castro ha sempre pensato che l’economia fosse in qualche modo legata all’ideologia, alla teologia, che servisse per moralizzare il popolo cubano. Quindi è molto improbabile che quelle iniezioni di liberalismo possano esserci. Aprire all’iniziativa privata e al commercio significherebbe rinunciare al profetismo messianico. Loris Zanatta, docente di Storia dell’America latina all’università di Bologna (Alessandra Ricciardi).

Per me il lavoro nelle periferie romane fu duro ma fondamentale se si vuole pensare in termini di difesa dei più deboli. E non c’è dubbio che in quelle realtà la sofferenza, le privazioni, le ingiustizie hanno lasciato un segno troppo profondo perché non se ne vedesse il disagio, anche estremo, che provocavano. La chiesa, più o meno, è riuscita a fare il proprio lavoro. Quello che non ho mai capito è perché la sinistra abbia abbandonato quei luoghi, assecondando più l’ideologia individualistica che il bisogno collettivo della gente. Monsignor Vincenzo Paglia, comunità di Sant’Egidio (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Il 31 luglio 1944 Horst Rippert, tra i migliori piloti rimasti alla Luftwaffe, pattuglia ad alta quota con il suo Messerschmitt il cielo sopra Tolone. È un cecchino in appostamento, a caccia di qualche nemico isolato o distratto. Improvvisamente, spuntato tra le nubi spesse, in rotta verso Marsiglia, vede un Lightning P-38 con i colori della Francia libera. È un bimotore lento, poco adatto al combattimento, usato ormai solo per la ricognizione. «Mi sono lanciato nella sua direzione e ho tirato, non verso la fusoliera ma mirando alle ali», racconterà il pilota tedesco, «colpito! Lo zinco è esploso, e lui giù, dritto nel mare. Nessuno si è gettato con il paracadute, nessuno è ricomparso tra le onde». Quell’impari duello aereo (il P-38 di Antoine de Saint-Exupéry, al posto del cannoncino da 20 millimetri ha installate nel muso cinepresa e macchina fotografica: al massimo avrebbe potuto fare un filmato del pilota che gli stava sparando addosso). Si spegne così nell’estate del ’44 la vita e apre una leggenda. Le vita e la leggenda appartenevano e appartengono ad Antoine de Saint-Exupèry. Maurizio Pilotti. Libertà.

Nel 1971 le mie nozze, che durarono poco. Mi sposai con la sorella del mio miglior amico, oggi diventata testimone di Geova. Mi circuì mentre ero ricoverato in ospedale, in stato di costrizione psicologica, come testimoniò davanti alla Sacra Rota. Ne seguì una lunga causa di nullità. Conobbi Rosanna Brichetti, che oggi è mia moglie, alla Pro Civitate Christiana di Assisi. Ci sposammo quando lei aveva 57 anni e io 55. Per anni abbiamo vissuto come fratello e sorella, in case separate. Il cardinale Joseph Ratzinger convinse papa Wojtyla a riaprire il fascicolo sul mio primo matrimonio. Vittorio Messori, scrittore (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Etty Hillesum annota nelle sue Lettere che nel lager di Westerbork, punto di transito in Olanda dei deportati diretti ad Auschwitz, incontrò due monache, sorelle, originarie di Breslavia, appartenenti a una dotta e ortodossa famiglia ebrea. Il riferimento sembra indicare Edith Stein e sua sorella, convertite al cristianesimo, carmelitane e deportate dal monastero olandese di Echt a Westerbork, infine morte ad Auschwitz – come Hillesum, la ragazza di 27 anni che ha testimoniato nei suoi scritti l’Olocausto degli ebrei di Amsterdam. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.

Il maniaco è un folle con le idee chiare. Roberto Gervaso.