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 2021  maggio 17 Lunedì calendario

I vincitori del cook award

Giulia Caffiero, Alexa Bottura, e poi Chicco e Bobo Cerea, Jeremy Chan e Norbert Niederkofler. Persone con storie completamente differenti ma accomunate tutte da un unico grande scopo: la resilienza e l’impegno rivoluzionario nei confronti del cibo, nonostante grandi difficoltà. Prima tra tutte la pandemia che, però, in qualche caso si è rivelata anche occasione di crescita, di azione, di solidarietà nei confronti degli altri. Eccoli, dunque, i destinatari dei «Cook Awards», i riconoscimenti che il Corriere della Sera e Cook hanno assegnato ieri sera in diretta streaming alla Fabbrica del Vapore di Milano (il video della cerimonia potrà essere riguardato sul sito Corriere.it/cookawards). Seconda edizione, dunque – realizzata in collaborazione con Caffè Vergnano, Cromaris, Levoni, Rana e Santa Margherita —, di questa iniziativa nata da Cook per scovare tra chef, food writer e produttori coloro che attraverso la gastronomia creano cultura, consapevolezza e grande condivisione.
I cinque talenti del mondo della cucina (che hanno ritirato la targa, un piatto in ceramica realizzato da Denota con il logo dei Cook Awards) si sono aggiudicati il riconoscimento in cinque diverse categorie. Tra le «Donne del cibo», sezione presentata da uno dei membri della giuria, Emilia Terragni, direttrice editoriale di Phaidon, la prescelta, annunciata da Carolina Vergnano (owner di Caffè Vergnano 1882), è stata Giulia Caffiero. Classe 1992, originaria di Cagliari, Giulia Caffiero è sommelier del «Geranium» di Copenaghen, da cui era collegata ieri.
Nella categoria «Libri di cucina», presentata dal giornalista Luca Iaccarino, si è aggiudicato il riconoscimento – annunciato da Davide Furlan, amministratore delegato Cromaris Italia – Norbert Niederkofler. Lo chef del tristellato «St.Hubertus» di San Cassiano in Alta Badia è l’autore di Cook the Mountain, due volumi in cartamela in cui il cuoco altoatesino ha condensato tutta la sua filosofia di legame con il territorio.
«Chef novità dell’anno», categoria presentata da un altro membro della giuria, il giornalista Paolo Marchi, fondatore di Identità Golose, è invece Jeremy Chan, annunciato da Beniamino Garofalo, amministratore delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo. Chan, laureato in filosofia e un passato da analista finanziario, è ora al comando di «Ikoyi» a Londra.
Il miglior «Recovery project», categoria presentata da Lucio Cavazzoni, cofondatore di Good Land, è stato quelli dei fratelli chef Chicco e Bobo Cerea, annunciato da Gian Luca Rana, amministratore delegato di Pastificio Rana. I Cerea sono i cuochi tristellati di Brusaporto che nelle prime settimane della pandemia, lo scorso anno, hanno cucinato con il loro staff per l’ospedale da campo allestito nella fiera di Bergamo.
Per la categoria «Food reporting», infine, presentata dall’editore Guido Tommasi, si è aggiudicata il riconoscimento – annunciato da Marella Levoni, direttore comunicazione di Levoni – Alexa Bottura, ideatrice di «Kitchen Quarantine» sulla Instagram tv del papà Massimo Bottura, un format giornaliero con ricette e pillole di vita quotidiana da casa Bottura durante il lockdown del 2020.
I loro cinque nomi sono emersi dopo un lungo percorso di scouting e selezione, un processo che ha coinvolto la redazione di Cook, i lettori (che si sono fatti sentire con migliaia di voti) e la giuria speciale composta da 18 esperti. La cerimonia finale si sarebbe dovuta tenere a dicembre scorso (ma la pandemia ha costretto al rinvio). Quest’anno, dunque, si terrà anche l’edizione 2021 dei Cook Awards. Perciò, appuntamento al prossimo dicembre.