Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  maggio 17 Lunedì calendario

Il Giappone vuole cambiare la legge della successione

Solo sette membri della famiglia imperiale hanno meno di 40 anni. E solo uno di loro è maschio. Per quanto il Giappone abbia tentato in ogni modo di ignorarlo, come si fa spesso a Tokyo con le questioni imbarazzanti, il problema della successione al Trono del crisantemo è ancora lì. Sempre più pressante, man mano che il tempo passa e i rampolli decidono di sposarsi con commoner, civili, rinunciando così alle prerogative reali. Oggi il futuro della casa, dietro all’imperatore Naruhito, 61 anni, e al fratello minore Fumihito, 55, poggia tutto sulle giovani spalle di Hisahito, 14 anni, nipote dell’imperatore, unico maschio della sua generazione. Se dovesse accadergli qualcosa, o se non dovesse avere figli, la linea di successione, che una legge del 1947 vuole rigorosamente maschile, sarebbe interrotta. Così da qualche giorno il governo ha nominato una commissione di esperti per discutere la situazione. Le loro proposte dovrebbero arrivare in autunno, anche se le soluzioni possibili sono già note da tempo: aprire la successione alle donne – la prima in linea sarebbe la figlia dell’imperatore, la 19enne Aiko – o ai figli maschi di reali sposati con commoner.
I cittadini del Giappone, Paese in cui il cambiamento è sempre difficile, sembrano più che aperti ad accettarlo. In un recente sondaggio l’87% degli intervistati si è dichiarato favorevole ad avere sul trono un’imperatrice, mentre l’80% ha detto che dovrebbe essere permesso anche ai figli maschi di linea matriarcale di regnare. Ma se la svolta appare possibile agli occhi della popolazione, non è detto che l’establishment sia altrettanto pronto. L’ala più tradizionalista del Partito liberal-democratico del premier è fieramente conservatrice e ancora di più l’Agenzia della Casa imperiale, il potentissimo e opaco organismo governativo che supervisiona gli affari pubblici e privati della famiglia.
Da qui le resistenze nel rivedere le regole di successione, nonostante il problema sia evidente da anni. L’ultimo a tentare di affrontarlo fu il premier conservatore Junichiro Koizumi a metà degli anni Zero. Ma la nascita di Fumihito nel 2006, primo maschio di famiglia dopo 40 anni di attesa, diede a tutti l’illusione che il tempo delle scelte fosse rimandabile. Shinzo Abe, nei suoi otto anni al vertice del Paese, ha evitato di avventurarsi su quel terreno.
La scelta della principessa Mako, figlia maggiore di Fumihito che dovrebbe sposare un civile, uscendo così dalla famiglia, lo conferma. Tocca all’erede politico di Abe, cioè Suga, cercare una soluzione. In gioco ci sono «le fondamenta della nazione», ha detto il premier agli esperti. Il fatto che sul trono sieda oggi Naruhito e al suo fianco l’imperatrice Masako, entrambi educati in Occidente, dovrebbe favorire un cambiamento, di cui la loro figlia sarebbe la prima a beneficiare. Allargare la successione alle donne, in un Paese dove la cultura patriarcale è molto forte, potrebbe anche ridare centralità all’istituzione imperale. Quasi tutto il Giappone è d’accordo, ma non è detto che basti.