la Repubblica, 16 maggio 2021
Il buco al centro
Se è vero che, come da sondaggi, un elettore di destra su due è favorevole alla legge Zan, questo conferma che gli italiani di destra sono mal rappresentati politicamente. I due maggiori partiti di destra, infatti, non sono favorevoli alla legge Zan. Solo il terzo, Forza Italia, il più piccolo e il più moderato, è tiepidamente favorevole, e non in modo corale.
In termini numerici Salvini e Meloni valgono, grosso modo, i quattro quinti del voto di destra, Berlusconi solo il restante quinto (e ben gli sta: raccoglie i cocci di quel conservatorismo borghese, quello di Montanelli, che lui per primo ha contribuito a distruggere).
Questo scollamento – almeno in tema di diritti della persona – tra il centrodestra e il suo elettorato, è in parte una buona notizia. Perché significa che la percezione politico-mediatica che la destra italiana offre di se stessa non corrisponde, fortunatamente, agli umori di metà del suo popolo, che è, come dire, più liberale. Ma, per un’altra parte, è una cattiva notizia, perché se Salvini e Meloni, con i loro velenosi codazzi social, rastrellano anche moltissimi voti moderati, vuol dire che nel centrodestra c’è un gigantesco buco.
Un buco al centro. Zero Merkel, tanto Salvini: un bel problema.Di questa difettosa composizione (così difettosa che non sa intercettare gli umori gentili del suo elettorato, e tiene da conto solo quelli cattivi) non si parla quasi mai, pur essendo un macroscopico problema politico italiano.
In questo senso possiamo dire che ancora esiste una traccia della fu-egemonia culturale della sinistra: l’interminabile e ormai noiosissimo dibattito sulle sue magagne occupa la scena facendo passare in second’ordine il pessimo livello della destra.