Corriere della Sera, 14 maggio 2021
Claudio Pasquale Locatelli condannato a 24 anni
Per liberare nel 1989 Claudio Pasquale Locatelli dal carcere francese di Grasse, dove si era procurato una frattura al braccio, un commando diede l’assalto alla scorta, uccidendo un poliziotto. E persino quand’era stato condannato a Milano nel 2010 a 26 anni come broker di narcotraffici con una flotta di navi da carico, le intercettazioni nel 2012 erano state distrutte come accade sempre dopo il passaggio in giudicato: senza poter immaginare che nel maggio 2018, cinque anni dopo che l’attore Riccardo Scamarcio ne avesse interpretato il ruolo nel film «Gibraltar», Locatelli si sarebbe giovato della decisione di un giudice milanese di azzerare i tre gradi di giudizio per un «difetto di notifica». Era l’ennesima «lotteria» vinta al «Monopoli» giudiziario da questo bergamasco che Roberto Saviano nel libro «Zerozerozero» inquadrò come il più sottovalutato e il meno raccontato dei trafficanti italiani. Ma ieri il processo – dunque rifatto da capo a Milano, in partenza senza più l’audio delle intercettazioni, con l’handicap di trattare episodi di oltre 30 anni fa pur ricostruiti a ritroso dal luogotenente della Dia Severino Terlizzi, con molti atti di controversa utilizzabilità e parecchie prescrizioni incipienti – è stato faticosamente raddrizzato dalla pm Giovanna Cavalleri fino alla sentenza con la quale le giudici Savoia-De Cristofaro-Zamagni hanno ricondannato Locatelli a 24 anni di carcere per associazione a delinquere: accusa in relazione a 100 chili di cocaina sequestrati a Dusseldorf nel 1990, 42 ad Amsterdam nel 1991, 9 a Erbusco e 8 a Civitavecchia nel 1991, e 14 chili di eroina a Brescia nel 1991. Locatelli, catturato nel 1994 a Madrid al ristorante con un pm di Brindisi che si dirà ignaro di chi fosse davvero il commensale, estradato nel 2004 ma scarcerato in Cassazione per un vizio di procedura, di nuovo latitante fino all’ultimo riarresto nel 2010, in Appello punterà con il legale Vito Felici a mettere in continuazione la sentenza con «quella in Francia sullo stesso fatto per cui ha già scontato all’estero molti anni».