la Repubblica, 14 maggio 2021
La Treccani cambia per non offendere le donne
Chi cercherà un sinonimo di donna nella versione online del vocabolario Treccani da oggi non troverà più parole come “cagna” o “zoccola”. Tutti i sinonimi legati all’espressione “buona donna” (in gran parte dispregiativi) ora sono allegati alla parola prostituta, ed avanzano espressioni che fotografano un altro tipo di donna che vanta traguardi intellettuali e sociali, come donna di legge, di lettere, di scienza, di Stato.
L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani cambia il sinonimo di donna dopo che, due mesi fa, dopo le pagine su Repubblica, si era aperto un dibattito tra un gruppo di attiviste guidate da Maria Beatrice Giovanardi – che nel Regno Unito aveva convinto l’Oxford Dictionary a cambiare la parola woman – e Valeria Della Valle, direttrice del vocabolario Treccani e condirettrice, con Giuseppe Patota, del Nuovo Treccani. Sulla precedente versione online del dizionario i sinonimi offensivi della parola donna entravano nella categoria degli “eufemismi”. Ora non è più così. «Ne sarebbe contenta Simone de Beauvoir, che auspicava un ruolo per la donna non più di secondo sesso ma di femme indépendante, con questo gesto di rispetto Treccani ha aiutato a chiudere il ciclo della subalternità della donna al sesso maschile, alimentato anche da un ingiusto uso della parola», commenta Giovanardi che festeggia i suoi 30 anni con questo risultato e ringrazia i cento firmatari della lettera e Treccani «per averci riconosciuto come interlocutori e per aver accolto le nostre richieste».
«Non è stata una decisione improvvisa: fin dalle origini la Treccani si è rinnovata in base ai cambiamenti del costume e della società – racconta Valeria Della Valle —. Questa tradizione si manterrà nei cambiamenti che verranno apportati alla voce “donna” dei sinonimi, opera che aveva conservato per inerzia usi linguistici del passato, ormai superati. Pur non avendo io né diretto né lavorato mai a questo dizionario, ho condiviso con alcune delle firmatarie della lettera la necessità di fare qualche cambiamento e qualche taglio. I dizionari devono testimoniare l’uso scritto e parlato, buono e cattivo, rispettoso e volgare, naturalmente avvertendo quando si tratta di usi offensivi».
Un primo passo verso una revisione più ampia che Treccani sta realizzando con l’aggiornamento della voce donna nel vocabolario online, un’operazione che «richiederà più tempo perché il lavoro di un dizionario è simile a quello del sarto», spiega Della Valle che poi aggiunge «la voce “donna”, che contempla già espressioni relative ai diritti, all’emancipazione e ai movimenti di liberazione delle donne, ha bisogno di ritocchi che aggiungeranno frasi relative al ruolo professionale della donna».
Per queste due donne, che insieme hanno portato a termine una piccola rivoluzione, ci sono nuove sfide. Per Giovanardi è quella dell’attivismo con la missione di battersi per «un linguaggio inclusivo» (scherzando racconta di star imparando l’arabo), con particolare attenzione al digitale come strumento di difesa dei diritti. Della Valle, da lessicografa, guarda al futuro con il pensiero che «un prossimo vocabolario sarà al passo coi tempi. I dizionari devono fotografare la realtà linguistica del proprio tempo, ma conservare anche gli usi legati a un passato che non possiamo censurare. Impossibile produrre vocabolari asettici e politicamente corretti. Insomma, i dizionari sono tutt’altro che cimiteri di parole: per fortuna oggi se ne discute civilmente, in un confronto che non è più, come nell’Ottocento, una discussione tra lessicografi barbuti, maschi e misogini».