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 2021  maggio 14 Venerdì calendario

In Germania ci sono sempre più onorevoli

Annalena Baerbock, co-presidente dei verdi, potrebbe succedere a Angela Merkel alla Cancelleria
Annalena Baerbock, co-presidente dei verdi, potrebbe succedere a Angela Merkel alla Cancelleria
Fra poco più di quattro mesi, il 26 settembre, si voterà in Germania. Chi sarà l’erede di Frau Merkel, che va in pensione dopo 16 anni? Mentre in Italia a volte si deve attendere un paio di giorni per conoscere il risultato delle elezioni, in Germania basta un minuto, anzi pochi secondi. Le urne si chiudono alle 18, e subito vengono comunicate le proiezioni del voto. Sempre esatte in passato. I sondaggisti pregavano gli elettori scelti come campione di deporre per loro una copia della loro scheda, e in anticipo potevano fare i calcoli, che anticipavano il risultato ufficiale, con due o tre decimali di differenza. Una fortuna per i giornalisti che devono scrivere cronaca e commenti in tempo per la prima edizione. Un meccanismo che si basa sull’onestà delle risposte. I tedeschi dicono sempre la verità? Sempre meno.
Di rado ci sono stati problemi, quando un partito si è trovato in bilico sullo sbarramento del 5%. Uno 0,1% in più ed entrava al Bundestag, un decimale in meno, e i voti ricevuti andavano ripartiti tra gli altri partiti, cambiando il risultato. Nel 2002, Gerhard Schröder si salvò sul filo di lana grazie al meccanismo elettorale. Tre anni dopo, Angela Merkel lo batté per pochi migliaia di voti. La Germania non è più quella che era. Un paese sempre meno stabile, quindi quasi normale come i suoi vicini in Europa, ma i tedeschi non ci sono abituati e cominciano a evocare lo spettro di Weimar. Era facile stilare previsioni perché i partiti erano solo tre, l’Unione cristianodemocratica, i socialdemocratici e i liberali. Oggi al Bundestag sono sei, con i verdi, l’Afd all’estrema destra, e la Linke a sinistra.
Dalla nascita della Repubblica federale, nel 1949, le coalizioni di governo sono sempre state in due, e nessun partito ha mai raggiunto la maggioranza assoluta. Forse la prossima dovrà essere a tre, con due diverse soluzioni. Un’incertezza inquietante per i tedeschi. E come prevedere il risultato alle 18 e un minuto se Cdu/Csu e verdi, in base ai sondaggi, sono divisi da uno o due punti, e si alternano in testa? E se i verdi saranno il primo partito, Annalena Baerbock, a 40 anni sarà la nuova Cancelliera e potrà scegliere se allearsi con la Cdu/Csu, come da otto anni nel Baden-Württemberg, o con socialdemocratici e la Linke, come a Berlino. Sempre che un successo eccessivo non cambi il risultato. I verdi seducono molti giovani che votavano per la Linke, se si esagera il partito potrebbe avere qualche problema a superare il 5%, e bisognerà rifare i calcoli. Ma non basta: se un partito conquista la maggioranza assoluta in tre collegi, lo sbarramento non vale più: con il 4,9% nessun deputato, con tre deputati eletti direttamente, magari una ventina in base al percentuale raggiunta.
Molti cristianodemocratici sono delusi dal loro leader Armin Laschet e votano a destra per i liberali dell’Fdp, che potrebbe tornare al governo. Una coalizione a tre con l’Spd? Sembrerebbe impossibile, i liberali insieme con la sinistra? Lo sono stati ai tempi di Willy Brandt, sono liberali alla tedesca, e temono più i verdi divisi e incontrollabili che i socialdemocratici dalle bandiere ormai di un rosa sbiadito. Senza dimenticare che i tedeschi hanno a disposizione due voti, uno per il partito e un altro per un candidato che può appartenere a una formazione differente. Se il voto schizofrenico aumenta, si eleggono più deputati del previsto: furono 631 nel 2013, 707 quattro anni fa, il prossimo parlamento, il ventesimo, dovrebbe averne più di ottocento. In sala non ci sarà posto per tutti. Ogni volta si propone di cambiare la legge, poi nessuno ha interesse a realizzare la riforma. L’ultima domenica di settembre sarà per me un’elezione all’italiana, o quasi.