il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2021
“Non fu la Cina a voler cancellare il report sul Piano pandemico”
Il Fatto pubblica un estratto de “Il pesce piccolo” (Feltrinelli) dell’ex ricercatore dell’Oms Francesco Zambon, autore del report sul piano pandemico italiano pubblicato e subito cancellato dal sito dell’Oms nel maggio 2020.
Il rapporto fu ritirato il 14 maggio. Cosa accadde veramente? Ecco i fatti salienti. Cozzano in tutto e per tutto con quanto detto sette mesi più tardi dall’ufficio stampa Oms e da Guerra (Ranieri, ex direttore generale della prevenzione del ministero della Salute ora direttore vicario dell’Oms). (…)
A Roma era scoppiato l’incendio. C’era un certo disappunto da parte dell’Istituto Su- periore di Sanità e del ministro. Come poteva esserci del disappunto alle nove della mattina, se la pubblicazione (102 pagine) era stata messa online solo qualche ora prima, con la notte in mezzo? Alle 9:19 telefonai a Silvio Brusferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Pensavo avesse chiamato lui hk (direttore della regione europea dell’Oms), ma mi sbagliavo. Mi disse di aver telefonato a Guerra e che Speranza non sapeva niente della pubblicazione. (…) Poteva poi un ministro essere risentito per un rapporto indipendente e trasparente che, in realtà, gli dava lustro? (…)
Nel giro di poche ore la cosa aveva assunto dimensioni enormi e aveva toccato tutti i vertici. (…) Il colpo di grazia venne da molto: la Cina. Mi telefonò il capo ufficio Oms di Pechino alle 12:11. “Ritira immediatamente la pubblicazione”. Diceva (come per il piano pandemico, poco più di dieci righe) conteneva informazioni sulla cronologia della pandemia che avrebbero causato problemi enormi di ordine politico.
Il rapporto venne ritirato alle 12:34 del 14 maggio. Meno di venti ore di vita. Durante la sua breve esistenza era stato scaricato migliaia di volte, inoltrato a migliaia di persone, dato alla stampa, messo online su molti siti. (…) Cosa c’era di tanto grave nel testo sulla Cina? Tre paragrafi, una porzione insignificante di testo su 102 pagine, il cui unico scopo era dire qualcosa, in maniera sintetica, su come si era sviluppata la pandemia. Per quello che si sapeva, ovviamente. L’ultimo vaglio della cronologia dei fatti cinesi l’avevo fatto io stesso. Si trattava di fonti Oms o governative, avevo ritenuto che fossimo in una botte di ferro. Grave errore! La cronologia della pandemia, infatti, era stata rivista dall’Oms il 27 aprile, proprio mentre stavamo scrivendo il testo. (…) Ritenemmo che quei paragrafi non fossero rilevanti ai fini della storia italiana e, date l’incertezza e la politicizzazione dell’argomento, decidemmo di toglierlo. (…) Per rimettere tutto a posto mi ci sarebbero volute un paio d’ore, ma arrivò un fulmine a ciel sereno. Non da Pechino, non da Roma, ma da Copenaghen. Ore 13 (26 minuti dopo il ritiro): Copenaghen mi tolse la facoltà di rimettere online la pubblicazione,. Solo hk, si precisava, poteva dare l’ordine.
Quindi non fu colpa della Cina. I motivi dell’abbattimento, questa volta definitivo, della pubblicazione del rapporto andavano dunque ricercati altrove:
Guerra aveva fatto pressioni per cambiare il testo sul piano pandemico prima che il rapporto fosse reso pubblico;
il riferimento al piano pandemico non era stato modificato: si affermava che era quello del 2006;
Guerra aveva fatto pressioni dopo il ritiro del rapporto da siti esterni all’Oms, in modo che scomparisse completamente dai radar.
Della Cina non si preoccupò più nessuno. A poche ore dal ritiro arrivò la proposta di una revisione della pubblicazione a opera di una commissione formata da Oms, Istituto Superiore di Sanità e ministero della Salute. Per quale motivo bisognava istituire un gruppo che rivedesse un testo che era già stato approvato a tutti i livelli dell’Oms? Per quale motivo un testo indipendente doveva essere rivisto da coloro che erano oggetto della pubblicazione? (…) Cosa sarebbe successo se qualcuno si fosse accorto che il testo “rivisto” dal ministero era diverso da quello rilasciato precedentemente? Quale spiegazione sarebbe stata data alla stampa e ai quindicimila contatti che avevano ricevuto il rapporto?
© Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano