ItaliaOggi, 12 maggio 2021
Le spie di Bonn erano schiappe
Un pomeriggio di domenica a Roma, a casa di un amico, incontrai l’ex presidente Cossiga. Mi conosceva da ragazzo: mio padre, professore universitario, era suo collega. Chiacchierando, gli raccontai che la settimana prima a Berlino ero stato a cena con Markus Wolf, l’ex capo del controspionaggio della scomparsa Germania Est. Come è noto, lo spionaggio appassionava Cossiga, che era un esperto, e conosceva tutti i gadget del mestiere. E le sue storie.
Si entusiasmò, volle sapere di che cosa avessimo parlato. Quando lo rivede, gli dica che io sono un suo ammiratore. Credo che lo sappia già, commentai. Lui rise soddisfatto. Cossiga aveva senso dell’umorismo. Era un democristiano e ammirava la superspia comunista? Wolf, Mischa per gli amici, aveva sempre battuto gli avversari occidentali. Come mai, gli chiesi sempre a cena in un ristorante italiano di Berlino. Lui era un buongustaio e il conto lo pagavo io (mai osato metterlo in nota spese). «Perché i miei agenti lavoravano per un ideale, quelli dell’ovest per denaro».
Sta per uscire un ponderoso saggio della Links Verlag, sulla storia dello spionaggio della Repubblica federale negli Anni Cinquanta e Sessanta, Die Auslandsauflärung des Bnd, le operazioni all’estero del Bundesnachrichtendienst, il servizio di controspionaggio. È il risultato di una ricerca durata anni, 968 pagine, 40 capitoli, 3009 note, un volumone che costa 80 euro. Cossiga conosceva bene il tedesco, come mio padre, benché da professori universitari lo avessero studiato come il latino e il greco, una lingua morta, e sicuramente se lo sarebbe procurato e letto.
Il verdetto degli storici in sintesi è: gli Spionen di Bonn erano delle schiappe. Non servivano quasi mille pagine per giungere a questa conclusione. I servizi segreti tedeschi furono organizzati in fretta dopo la guerra dagli americani, ossessionati dalla minaccia sovietica. Ufficialmente il Bnd nasce nel 1956, ma era operativo fin dal primo dopoguerra, denominato Organisation Gehlen, dal nome del capo Reinhard Gehlen, che era stato il direttore dei servizi segreti della Wehrmacht del III Reich. Andò in pensione a 66 anni, nel 1968.
Il Bnd era composto da dilettanti pasticcioni, insieme con i vecchi professionisti del servizio segreto del III Reich. Le spie della Repubblica federale e della Ddr pochi anni prima erano stati colleghi, e continuavano a incontrarsi in birreria o al ristorante a Berlino, ancora non divisa dal Muro. Uno dei locali preferiti era il bar dell’Hotel Savoy, nella Fasanenstrasse.
Più che spiare il nemico, il Bnd si adoperava per manipolare e controllare i politici, i giornali, radio e Tv. I giornalisti dei quotidiani nazionali e della televisione venivano spiati, usati a loro insaputa o assoldati. Nel 2012, Der Spiegel chiese l’elenco dei giornalisti nel libro paga del servizio segreto. Ancora non ha ricevuto risposta.
Che cosa si sapeva di quanto avvenisse al di là della Cortina di ferro, dei giochi di potere al Cremlino, prima e dopo Stalin? Dei piani segreti dei rossi in caso di un nuovo conflitto? Quasi nulla, conclude il curatore del volume, lo storico Wolfgang Krieger. Quanti erano gli agenti occidentali nell’Unione sovietica: neanche uno. Al di fuori della Germania Est, quanti informatori aveva il Bnd nei paesi comunisti: appena 49. Nel 1961, l’anno in cui fu costruito il muro, un esperto del Bnd in un dossier ammette: le nostre informazioni giungono da fonti dubbie.
I rapporti venivano manipolati seguendo le istruzioni dei colleghi della Cia per alimentare la paura del blocco comunista. Nel 1952, un anno prima della morte di Stalin, secondo il Bnd i sovietici avrebbero avuto oltre 200 bombe atomiche, ma erano 75. Due anni dopo, l’arsenale nucleare fu stimato in circa 300 testate, non erano neanche la metà, secondo il Bnd divennero mille nel 1955, cinque volte più della realtà. L’anno dopo, i servizi occidentali furono presi di sorpresa della rivolta a Budapest, e nel ’64 gli agenti tedeschi appresero dalla radio che Kruscev era stato costretto a dimettersi.
Gli agenti di Gehlen erano diverse migliaia, e ben pagati. La Cia valutava il loro rendimento con una «A», il voto più alto nel sistema scolastico americano. Ma i loro risultati erano ben lontani dalla sufficienza. Sono convinto che il professor Francesco Cossiga lo sapesse, o l’intuisse, vent’anni fa.