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 2021  maggio 12 Mercoledì calendario

Come cambia Piazzale Loreto


— Un’agorà verde. Un’unica grande piazza-anfiteatro con gradoni, su cui sedersi per assistere a concerti, e fontane e 300 alberi, che vuole restituire alla città 10 mila metri quadrati di spazio da vivere su tre livelli: da quello giù in basso, dove c’è il mezzanino della metropolitana fino alle terrazze sui tetti di tre edifici in legno che accoglieranno negozi e ristoranti e spunteranno come iceberg al centro di un piazzale Loreto che, oggi, è lo snodo più trafficato della città. Ma che si candida a diventare il simbolo della Milano olimpica del 2026 e il cuore di quella rivoluzione slow e sostenibile che la giunta del sindaco Beppe Sala ha immaginato per far rialzare la metropoli ferita dal Covid.Piazzale Loreto non è un luogo qualsiasi di Milano. E non solo per il carico di storia che si trascina addosso da quando proprio lì, dove furono fucilati quindici partigiani antifascisti, vennero esposti i corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci. Era e resta una delle maxi- rotonde più attraversate dalle auto, una barriera più che un anello di congiunzione tra il centro e la periferia, tra il viale commerciale più lungo e popolare, corso Buenos Aires, e la multietnica via Padova che da un po’ si è scrollata di dosso l’etichetta di margine urbano per diventare il nuovo quartiere dei giovani creativi di NoLo, come North of Loreto, appunto. Un «non luogo», lo hanno sempre chiamato, rimasto congelato agli anni Sessanta, quando a dare il ritmo alla modernità erano le auto. Ancora oggi restano le vere padrone, ma verranno sostituite da pedoni e ciclisti destinati ad avere una prateria pari al 69 per cento della nuova piazza. Un pezzo, fondamentale, di quella strategia della città a 15 minuti di distanza in cui, dice il sindaco Sala, «le piazze siano verdi e anime dei quartieri e non solo luoghi di passaggio». E non è un caso che il Comune abbia inserito Loreto all’interno del bando “Reinventing cities” indetto insieme alla rete C40 delle metropoli internazionali che vogliono ripensare a loro stesse in chiave di sostenibilità ambientale. Così come è stata una scelta precisa affidare il ruolo di presidente della giuria della gara a Janette Sadik- Khan, l’ex assessora di New York ai tempi di Michael Bloomberg che ha pedonalizzato Times Square. Qualcosa di simile a quello che Milano vuole fare con Loc, Loreto open community, il progetto vincitore presentato da un team multidisciplinare guidato da Ceetrus Nhood, uno sviluppatore nato come costola del Gruppo Auchan. Saranno loro, con un investimento di oltre 60 milioni che «creerà però un beneficio di 250 milioni per la comunità e le vie limitrofe», e trasformando anche un ex palazzo del Comune lì vicino, a realizzare l’intervento. Obiettivo: aprire i cantieri tra il 2023 e il 2024 e terminarli nel 2026, quando Milano riceverà il mondo per le Olimpiadi. E se, al precedente appuntamento dell’Expo 2015, la città si era presentata con i grattacieli di Porta Nuova e di Citylife come biglietto da visita, questa volta lo farà con una piazza verde. Nessun monumento, nessuna architettura- icona. Ma una agorà aperta che, dice l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, «rappresenta la più grande scommessa di trasformazione di una piazza milanese dai tempi della pedonalizzazione di piazza Duomo».