Corriere della Sera, 12 maggio 2021
L’acqua nel vino, ma che ideona
«Tre soli crateri infatti mescolo / per coloro che son saggi: uno di salute, / che bevono per primo; / il secondo di eros e di piacere; il terzo di sonno. / Bevuto questo, i convitati saggi / se ne vanno a casa. Il quarto invece / non è più nostro, ma della violenza; il quinto dello strepito; / il sesto delle danze sfrenate per strada (komos); il settimo degli occhi pesti; / l’ottavo di chi ti fa causa; il nono è della bile; / il decimo è della pazzia che ti fa fare a botte». Quasi due millenni e mezzo fa, prima che fosse inventato l’etilometro, Dioniso dio dell’estasi forniva già, attraverso le
parole del commediografo ateniese Eubulo, le sue raccomandazioni: bevete poco.
Per dirla alla veneta: «Póco, ma bòn». E questa sarebbe la risposta giusta a certe idee dell’Ue che, dopo aver spiegato ad esempio come un cetriolo per poter essere commercializzato debba avere una curvatura che «non superi i 10 millimetri su una lunghezza di 10 centimetri», ha avuto l’ideona di suggerire, contro l’abuso di alcol, di allungare il vino con l’acqua. Orrore e raccapriccio tra i cultori: acqua nell’Amarone, nel Barolo, nel Sassicaia o perfino un semplice Merlot? Puah! Chi volesse citare contro la proposta europea la saggezza degli antichi, però, pesi bene le parole.
Come ricostruisce l’archeologa e storica dell’arte Maria Luisa Catoni in un suo saggio coltissimo e affascinante dal titolo Bere vino puro. Immagini del simposio, infatti, «il rapporto fra controllo e perdita di controllo, fra comportamenti misurati e smisurati, fra alterazione delle percezioni e comportamenti, era il cardine sul quale ruotava quella specie di attitudine sperimentale che faceva del simposio uno strumento esplorativo dell’animo umano e più tardi, secondo Platone, uno strumento politico rilevante per capire l’ethos dei cittadini e scegliere chi fosse adatto a incarichi di comando». E insomma l’acqua «ner vino», prima ancora dell’oste de li Castelli della celeberrima canzone popolare, ce la mettevano anche loro, i greci, tra i fondatori della società occidentale. Va detto, però, che i vini di allora dovevano essere assai meno prelibati... E un bicchiere d’acqua
aggiunto a un Romanée Conti Grand Cru 2000 verrebbe oggi intorno agli 8.000 euro...