la Repubblica, 11 maggio 2021
Maratona Colangeli, tutto Dante a memoria
È entrato in scena con un costume da pompiere, Giorgio Colangeli, per dare al Teatro Argentina il “Benvenuti” e “Bentornati” agli spettatori che ieri dalle 10.30 alle 13.30 hanno assistito alla prima parte dell’ Inferno, da completarsi nel pomeriggio, per poi dar luogo oggi alla bipartizione del Purgatorio e domani e giovedì alla tripartizione del Paradiso, 16 ore di maratona integralmente a memoria della Divina Commedia di Dante. Un’impresa che l’attore, con la complicità di Marco Maltauro, e la musica di Diego Dall’Osto, ha realizzato per il settecentesimo anniversario della morte del poeta, con una produzione del Teatro di Roma e un sostegno del Comitato dantesco. Il pubblico è stato munito di una Guida, una sorta di libretto sinottico riguardante per ora l’itinerario dell’Inferno, con luci di sala che si accendevano per seguire Colangeli canto per canto. Un palcoscenico nudo, un’area centrale destinata al protagonista, unico arredo di scena una sedia nera con un asciugamano che l’attore ha utilizzato a ogni intervallo come un atleta in campo. Ha messo in gioco tante voci, posture, mimesi, tanti gesti ma anche molte emozioni, etiche del pensiero e della parola, paure dell’animo. Con un’austerità umana che ha reso questo poema un bellissimo racconto. E chissà se il calarsi nei panni di un civil servant quotidiano, un pompiere (cui poi per Purgatorio e Paradiso s’alterneranno le divise della protezione civile e egli infermieri), non abbia contribuito a rendere l’alta poesia una testimonianza, una cronaca, un riferire da coro, da corifeo dei nostri giorni.