il Fatto Quotidiano, 11 maggio 2021
Le piazze di spaccio di Caviano
Nella Champion’s League delle piazze di spaccio d’Europa corre per il titolo il Parco Verde di Caivano, controllato dal clan Ciccarelli-Sautto, sgominato con l’esecuzione di una maxi ordinanza di custodia cautelare. Nelle carte dei 51 arresti e delle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, coordinati dal pm Liana Esposito e Ivana Fulco e dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, emergono episodi da far accapponare la pelle. Killer nascosti per giorni dentro la scuola media del rione, armati di kalashnikov, per uccidere un boss rivale (piano poi annullato per l’intervento pacificatore di un altro boss); gente per bene che si lamentava della criminalità diffusa ‘punita’ con le auto bruciate, i parenti picchiati; un “capo piazza” pronto a sciogliere nell’acido un avversario in affari di droga. I carabinieri sono intervenuti quando la vasca era già pronta all’uso. La piazza di spaccio di Caivano lavora h24 e non ci sono giorni festivi. Funziona grazie al potere del clan e al terrore che sono capaci di suscitare. Un boss è stato intercettato mentre progettava di incendiare la casa di un signore, con la sua famiglia dentro, che sospettava lo avesse denunciato. Anche in questo caso gli inquirenti hanno dovuto accelerare gli arresti. I dettagli di questa complessa macchina di violenza e di affari sono stati rivelati da una cimice piazzata sulla loggia dove il boss Nicola Sautto riceveva i “capi piazza”. Era il “sistema Parco Verde”: 15 piazze di spaccio ognuna dotata di una sua autonomia. La droga era fornita esclusivamente dal clan Sautto-Ciccarelli, oppure pagando una quota mensile fino a 60mila euro al mese. Con la supervisione della cosca di Caivano, alla quale spettava l’ultima parola sugli orari, sulla modalità e sulla tipologia della droga da vendere.