ItaliaOggi, 11 maggio 2021
Il boom dell’acciaio
Cosa ha portato di rilevante la tempesta pandemica? Un incremento dei prezzi delle materia prime come mai si era visto prima nel pianeta. Deciso cambio di rotta per il mercato dell’acciaio nel primo trimestre 2021, dopo il calo del 2020. Sono infatti aumentati domanda, prezzi delle materie prime (rottame e minerali) e prezzi finali.
Tra le imprese italiane più coinvolte dalla ripresa internazionale degli investimenti per la conversione green dell’acciaio c’è la bresciana Sideridraulic System spa, con le sue tecnologie per acque industriali e municipali e per il trattamento dell’aria. La commessa siderurgica più importante in Italia è quella per l’ex Ilva di Taranto. «Stiamo già operando, e la parte più importante la faremo nei prossimi anni grazie agli investimenti previsti da Acciaierie d’Italia, con il contributo di Invitalia», dice il ceo di Sideridraulic, Mario Bodini.
Sideridraulic, riprende Bodini, «sviluppa l’80% delle sue attività per l’acciaio nei mercati extra europei. Emblematico è il nostro maggiore contratto, quello per Ternium (Techint) a Pesquerria, Monterrey in Messico. E gli Stati Uniti hanno un programma di investimenti interessanti, di cui uno molto rilevante ci vedrà coinvolti per un impianto di Arcelor Mittal in Alabama. In India Sideridraulic partecipa a due importanti progetti dei gruppi JSW e JSPL»
La sfida per il settore è ora quella della sostenibilità, dove si concentreranno gli investimenti con ingenti fondi pubblici come per esempio quelli del Next Generation Plan in Europa. «Sono tre i pilastri della transizione ecologica: economia circolare, energia elettrica e abbattimento delle CO2», commenta Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi, player mondiale di acciai per l’edilizia. «Nel Pnrr ci sono quasi 60 miliardi per queste finalità». Pasini indica l’elettrosiderurgia: «È un modello di economia circolare. Le aziende applicano oggi i loro must (il 4.0 e l’intelligenza artificiale) ai loro processi produttivi».
La Russia sta dando grandi segnali di ripartenza. Lo conferma il boom di Danieli Russia che in due anni ha acquisito contratti rilevanti all’insegna della sostenibilità. Il presidente Danieli Russia, Antonello Colussi, ha appena firmato con Nazim Efendiev, ceo del Gruppo Metalloinvest, un contratto per un’acciaieria composta da forno elettrico Eaf (electric arc furnace) e forno siviera per la produzione di acciai speciali: Il forno con criteri green verrà alimentato al 100% da Dri (direct reduced iron) con tecnologie Danieli per contenimento dei consumi elettrici e dei materiali. La firma era alla presenza del governatore della Regione di Belgorod, Vecheslav Gladkov e in video di Massimiliano Fedriga (presidente FVG), e per Danieli di Giampietro Benedetti (Presidente) e Giacomo Mareschi Danieli (ceo).
E in Cina, continua Bodini «è in atto un consolidamento tramite fusioni, (Baosteel e Wuhan Iron & Steel). «Sono convinto che in Cina si arriverà a 5 o 6 grandi gruppi capaci di produrre i 700 e gli 800 milioni di tonnellate l’anno. Il big sarà però sempre anglo indiano, Arcelor Mittal».
Il trend positivo è confermato anche in Italia. E secondo Siderweb, la domanda di acciaio italiano aumenta dell’11% rispetto al 2020, e a fine 2022 oltre la ratio 2019. «Secondo Federacciai tra gennaio e marzo si è registrato un output in Italia di 6,286 milioni di tonnellate con un incremento del 18,9% rispetto al medesimo periodo del 2020, contro un +3,7% europeo», osserva Stefano Ferrari, di Siderweb. In termini di volumi sono cresciuti i prodotti lunghi (costruzioni e elettrodomestici). (+29,2%), in termini di prezzo quelli piani