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 2021  maggio 10 Lunedì calendario

Mo Abudu, la regina di Nollywood

"Così Netflix ha colonizzato anche l’Africa”, ha titolato la stampa occidentale un po’ frettolosamente. Perché in realtà i dominatori dello streaming mondiale hanno concluso una jont-venture con una conglomerata multimediale di proporzioni tali che non è chiaro chi abbia colonizzato chi. Si chiama EbonyLife Media, ed è un gruppo di una potenza sorprendente creato a Lagos, Nigeria, quindici anni fa da una persona sola, una donna, Mosunmola Abudu, che quando era a scuola in Inghilterra veniva bullizzata dai compagni piuttosto razzistelli che non sapevano (non volevano) neanche pronunciare il suo nome. Eppure “Mosunmola” nel dialetto Yoruba parlato da 50 milioni di persone nel sud-ovest della Nigeria (i genitori erano di Ondo Town, una delle maggiori città del Paese) ha un suono dolce e significa “benestante”. Invece la chiamavano irridenti “Monsoon”, confondendo anche i continenti, oppure “Mozambique”. Tanto che fra le lacrime la ragazza, la maggiore di tre figlie di un ingegnere nigeriano emigrato a Londra che morì quando lei aveva undici anni, mentre la madre faceva la cuoca, pensò di auto-ribattezzarsi “Mo”. Tutto avrebbe pensato tranne che, dopo il ritorno in patria, Mo Abudu sarebbe diventato sinonimo di un successo travolgente. Oggi è un’elegante e altera signora di 46 anni, chief executive officer e azionista di maggioranza di EbonyLife Media, la holding di una galassia di società operative in tutto il composito comparto della comunicazione e anche oltre.
La regina del cinema nigeriano
Mo Abudu, immancabilmente chiamata “la regina di Nollywood”, la fiorente industria cinematografica nigeriana, una delle 25 donne più potenti del mondo nello show-business secondo Forbes, restò a Londra giusto il tempo di completare gli studi fino al master in Human Resource Management alla Westminster University. Intanto si era presa le sue soddisfazioni: a 19 anni fu selezionata come “ambasciatrice” della Avon per tutta l’Africa e cominciò un pendolarismo transcontinentale che durò per gli anni del college. Poi partecipò a un concorso della divisione di head-hunting della Arthur Andersen e all’inizio del 1993 prese il volo per l’amata terra di famiglia, insediandosi a Lagos quale responsabile delle risorse umane per l’Africa occidentale della ExxonMobil (un incarico di tutto rilievo perché la Nigeria è una potenza petrolifera, membro dell’Opec). Intraprendente e irrequieta, presto fondò una sua società che organizzava corsi di formazione e aggiornamento. La giovane manager divenne rapidamente molto popolare in patria, tanto che provò ad autoprodursi un talk-show televisivo, “Moments with Mo” in cui intervista personaggi sul modello, ha dichiarato lei stessa, dell’americana Oprah Winfrey. “Come Oprah – ha spiegato – parliamo di piccole questioni quotidiane, diete, carriere”. Un format che le ha portato fortuna perché clamoroso è stato il successo del programma, ancora oggi visibile in tutta l’Africa sul canale 191 di StarTimes, l’emittente cinese che ha colonizzato l’intero continente con network digitali terrestri, o satellitari per le aree remote.
Dalla tv allo streaming
Il salto nel mondo dell’entertainment era fatto. Nel 2006 fondò la EbonyLife Tv, trasmessa in 49 Paesi del continente nonché nel Regno Unito e nei Caraibi. Negli anni successivi in rapida successione ha creato EbonyLife Films, EbonyLife Studios, EbonyLife On (un sistema di streaming) e persino EbonyLife Place che gestisce un hotel/residence ultralusso chiamato White Orchid a Victoria Island, il quartiere più esclusivo e costoso di Lagos – una città estesa quanto mezza Umbria con 19 milioni di abitanti – con panorami mozzafiato sull’Atlantico. Non è finita: alla stessa società del resort fanno capo attività negli eventi, nel catering, cinque sale cinematografiche, tre cocktail bar dai nomi seducenti di Popina, Turaka e Wrap. E altre iniziative ancora. Il primo film prodotto in casa si chiamava Fifty ed è del 2014, la prima serie televisiva due anni dopo, The Wedding Party. Tutti clamorosi successi, come tanti titoli successivi. L’ultima iniziativa si chiama EbonyLife Creative Academy, dove centinaia di giovani nigeriani imparano gratis a girare e recitare grazie a un contributo del governo. Tanto successo non poteva lasciare indifferenti i giganti globali del settore. Negli ultimi anni, EbonyLife ha concluso con la Sony Pictures un accordo di “first look”, che nel gergo cinematografico significa che il gruppo giapponese si è assicurato il diritto di visionare per primo una serie di prodotti ed eventualmente distribuirli in tutto il mondo. Poi ha stretto un’alleanza con la Westbrook Studios, fondata dagli attori Will Smith e Jada Pinkett, per produrre insieme altri film. Ma soprattutto ha messo a segno il colpo grosso pochi mesi fa alleandosi con Netflix, con cui sono già partite diverse produzioni comuni di film e serie tv. “Insieme provo l’emozione di creare per la prima volta storie che hanno per soggetto e ambiente non più una certa parte di mondo ma possono riguardare e interessare chiunque”, ha spiegato al Financial Times. “Con Netflix facciamo produzioni che sono globali per natura”. Però, ha aggiunto con orgoglio, “non voglio dimenticare le mie origini, i problemi di questo posto, la mia gente, lo storytelling locale”. È andata ancora oltre: “L’anno scorso abbiamo vissuto con angoscia il dramma di Black Lives Matter. Ecco, la mia risposta è che black stories matter”.