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 2021  maggio 10 Lunedì calendario

Così una Ford V8 ha sedotto Bonnie & Clyde

Quella Ford V8 Deluxe era proprio quello che volevano Bonnie & Clyde, la leggendaria coppia americana di fuorilegge.Aveva il motore 8 cilindri “Flathead” (testa piatta) che era il più potente in circolazione e in più aveva sul cofano la statuetta di un levriero. Era un’auto con neanche 2 mila chilometri sulle spalle, e i suoi proprietari Ruth e Jesse l’avevano comperata da pochissimo da un concessionario Ford a Topeka, nel Kansas.
Clide Barrow era un ottimo guidatore e nelle scorribande assieme alla gelida Bonnie Parker era sempre riuscito a scappare dai poliziotti al suo inseguimento per l’abilità con il volante in mano. Adorava le Ford perché erano le auto più veloci, ma adesso gli serviva l’ultima nata, con il motore più rabbioso: la V8 Deluxe, appunto. I due la rubarono e la elessero a loro casa perché spesso ci dormivano anche dentro.
Nel giro di poche settimane, macinarono chilometri (oltre 11 mila) e seminarono il panico in banche, distributori di benzina e spacci alimentari arrivando fino in Texas lasciandosi dietro anche una lunga scia di sangue perché oltre che coraggiosi erano anche spietati. Si muovevano in cerchio lungo il confine di cinque stati del Midwest, sfruttando le leggi sulla giurisdizione che impedivano agli agenti di seguire i criminali in altri stati.
La loro storia si chiuse mercoledì 23 maggio 1934 lungo una strada di campagna che attraversava un bosco di pini vicino a Bienville in Louisiana. La polizia li aspettava da due giorni e la Ford venne crivellata di colpi, chi dice 130, chi addirittura 167.Probabilmente Clide, che era alla guida, soffrì doppiamente, per la sua vita e per quella dell’auto, la Model B che tanto gli piaceva e che era venuta dopo diverse V8 Model A, rubate negli anni precedenti.
Parlando di un criminale verrebbe a pensare di uno senz’anima, invece a suo modo l’aveva, anche se era un’anima più innamorata per le auto che per le persone visto che in poco più di tre anni si era lasciato dietro 13 vittime tra cui un paio di agenti.
Ma le macchine, le Ford soprattutto, erano amate perché rappresentavano la maniera per sopravvivere dopo i colpi in serie. Lo erano talmente che un giorno scrisse anche una a suo modo straordinaria lettera a Henry Ford. Era una missiva scritta a mano, probabilmente da Bonnie anche se firmata da lui, arrivata e registrata in Ford il 14 aprile, quattro giorni dopo essere stata spedita. La missiva è conservata nel museo Ford di Dearborn, nel Michigan e a leggerla genera ancora emozione perché fu proprio vergata con amore al di là degli errori di grammatica che testimoniavano la poca frequenza scolastica dei due. Eccone il testo: Caro Signore, mentre ho ancora il fiato nei polmoni ti dirò che fai delle macchine davvero super. Ho guidato esclusivamente Ford per farla sempre franca. Ottime per la velocità sostenuta e la possibilità di stare fuori dai guai; la Ford ha scorticato le altre auto e anche se la mia attività non è stata strettamente legale mi fa piacere dirti che le V8 che stai mettendo in strada sono della grandi auto.
Cordialmente Clyde Champion Barrow Inutile dire che in Ford diedero grande risalto a questa lettera, trasformandola nella pubblicità che ha accompagnato il successo delle versioni della V8, modello nato come erede della Ford T.