Il Sole 24 Ore, 9 maggio 2021
Alle aste vanno corone e tiare
le Tiare dei savoia e dei BeauharnaisGinevra. Nelle aste di preziosi proposte da Sotheby’s e da Christie’s si trovano lotti di rilevanza storica che documentano anche una singolare tendenza del mercato: la grande richiesta di questi spettacolari copricapiMarina MojanaAll’incanto. La tiara realizzata nel 1867 per Vittoria della Cisterna in occasione delle nozze con Amedeo di Savoia La principessa Maria Vittoria Carlotta Enrichetta Giovanna dal Pozzo della Cisterna aveva vent’anni quando, il 30 maggio 1867, sposò Amedeo di Savoia. Non era tra le pretendenti preferite dal futuro suocero, il re Vittorio Emanuele II, ma con garbo e intelligenza seppe conquistare il suo ruolo di Duchessa d’Aosta e Regina di Spagna. Come dono di nozze ricevette una magnifica tiara in perle naturali e diamanti, rimasta nel patrimonio di Casa Savoia per oltre 150 anni. Realizzata dal gioielliere Musy di Torino sarà il pezzo forte dell’asta Magnificent Jewels and Noble Jewels in calendario da Sotheby’s Ginevra il prossimo 11 maggio. La stima è di 1,2 milioni di euro.
Dalle teste coronate di fine Ottocento a quelle dei folli anni Venti del Novecento, dal jet set degli anni Sessanta alle star della serie televisiva Downton Abbey, la tiara è un accessorio sempre più trendy.
Il diadema Savoia, infatti, arriva sul mercato in un momento di grande richiesta per le tiare antiche; lo scorso anno il 96% delle tiare offerte da Sotheby’s ha trovato un acquirente e l’83% di esse è stato aggiudicato al doppio della stima. Decorata con diamanti a cuscino che incorniciano undici perle naturali a forma di goccia, d’ispirazione barocca, la tiara appartenuta a sua altezza reale la Principessa Maria Vittoria d’Italia ha come protagonista una perla naturale centrale, supportata da una montatura di diamanti rosa. La fascia è composta da un motivo a barre e a grappolo con diamanti a cuscino, mentre la parte superiore del gioiello è rimovibile e indossabile anche come collana. «È proprio la sua versatilità – commenta Benoit Repellin, responsabile dell’asta – a renderlo un pezzo molto ambito dai collezionisti».
Nate come copricapi persiani tempestati di pietre preziose e colorate, le tiare sono diventate sofisticati gioielli dalla forma semicircolare e dal design rivolto alla parte anteriore. A differenza della corona – diadema circolare, unisex e riservato ai reali o a personalità eccentriche – la tiara è un accessorio squisitamente femminile, che da cinque anni in qua spopola, in Oriente come in Occidente, anche nella classe media a prezzi contenuti entro i 5.000 euro, oppure sotto forma di bijoux. A indossarla sono le spose nel giorno delle nozze, le miss vincitrici ai concorsi di bellezza, le damigelle di feste e cerimonie.
L’interesse è globale. «Le tiare sono sempre state il fiore all’occhiello delle grandi collezioni di gioielli – spiega Repellin – ma nell’ultimo decennio la loro popolarità è salita a livelli senza precedenti. Questi pezzi di storia blasonata sono apprezzati in tutto il mondo, non solo per la maestria artigianale e per la qualità delle pietre preziose che li rendono vere e proprie opere d’arte, ma anche per la loro carica simbolica: un mix di magnificenza e intimità».
Nella sfida a suon di Magnificent Jewels Christie’s scenderà in campo mercoledì 12 maggio, sempre a Ginevra, con i gioielli Beauharnais; tra i lotti in asta c’è uno splendido set (collana, anello, braccialetto, un paio di orecchini, due spille, due pendenti e una tiara) con diamanti e zaffiri, appartenuto un tempo a Stéphanie de Beauharnais (1789-1860), figlia adottiva di Napoleone Bonaparte. Divenuta granduchessa di Baden in seguito alle nozze con Carlo II, granduca di Baden, li indossava con disinvolta eleganza quando la ritrasse François Gérard nel 1806; il dipinto è conservato oggi nel Castello di Mannheim, in Germania.
«La spettacolare parure (otto pezzi pensati per essere portati assieme) – spiega lo specialista Lukas Biehler – ha il suo punto di forza nei grandi zaffiri provenienti dallo Sri Lanka. Probabilmente ci volle un’intera generazione – commenta Biehler – per collezionare un set come questo». Gli orecchini a pendente, con due zaffiri e diamanti di taglio vecchio, sono stimati 27.000 – 40.000 euro, mentre la tiara quota 130.000 – 230.000 euro.
Bene rifugio per eccellenza, un gioiello è facile da conservare, occupa poco spazio, può essere spostato velocemente da un Paese all’altro e soprattutto ha scambi internazionali. Che sia un buon investimento è parere diffuso. Il mercato dei preziosi sta già recuperando la contrazione del 15% delle vendite registrata nell’anno del primo lockdown ed è pronto al rimbalzo. Lo confermano i risultati delle vendite primaverili messe a segno dalle principali case d’aste del settore, dalla milanese International Art Sale (78% di venduto e +140% sul valore stimato nell’asta dello scorso 27 aprile), alla fiorentina Pandolfini che a febbraio aggiudicò per € 32.500 (sei volte la stima) una collana di Bulgari in oro giallo, a maglia barbazzale con monete.
Nelle prossime settimane, poi, si sfideranno a suon di preziosi anche Finarte (17 maggio), Wannenes (dal 20 al 31 maggio Web-only) e Cambi (26 maggio), mentre la casa d’aste Curio, specializzata in gioielli, offre la possibilità di valutazioni gratuite tutti i giorni nella sede fiorentina, venerdì 21 maggio a Roma e mercoledì 26 maggio a Bologna.