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 2021  maggio 09 Domenica calendario

Olimpiadi, 50 milioni per una pista di bob

Il grande freddo, per Cortina, viene dal profondo Nord. Sari Essayah, finlandese, già campionessa di marcia e ora presidente della Commissione di vigilanza sulle Olimpiadi 2026 ha gelato tutti. “Siamo preoccupati per il futuro del tracciato da bob. I piani di Cortina non sono un investimento per i Giochi, ma fanno parte di un più ampio progetto di parco di intrattenimento. È una decisione sovrana della Regione Veneto”. In altre parole, il Cio non finanzierà una pista che sarà riciclata come parco-giochi con bob-taxi e fun-bob a rotelle. Se il Veneto la vuole, se la paghi. E siccome si prevede una spesa di 50 milioni (ma la Regione ne ha già stanziati 85) ecco che per i veneti si annuncia un primo salasso. Chissà se a Venezia hanno letto le cronache del dopo Torino 2006, con la pista da 110 milioni di Cesana Pariol inutilizzata da un decennio.
L’ultimatum assume, invece, le parole prudenti di Enrico Vicenti, segretario generale della Commissione Nazionale per l’Unesco, che vigila sull’integrità delle Dolomiti, dal 2009 patrimonio naturale dell’Umanità, in Commissione ambiente della Camera. “La questione dei nuovi impianti sciistici è potenzialmente in grado di ledere la credibilità internazionale dell’Italia”. Il riferimento è ai progetti indicati in un allarmato rapporto di Mountain Wilderness del 2019, dopo che la Regione Veneto aveva annunciato futuribili collegamenti a fune tra Pusteria e Comelico, nonché tra Cortina e i comprensori di Cinque Torri, Civetta, Marmolada e Sella Ronda. Vicenti ha avvertito: “Forte sarebbe per le Dolomiti il rischio, in caso di effettiva realizzazione, di essere iscritte nella Lista dei siti in pericolo”. Sarebbe una figuraccia planetaria. A febbraio Cortina ha già ospitato i Mondiali di sci alpino. Grande investimento, niente pubblico, così la Regione ha rimborsato mancati introiti per 3 milioni. Cortina in mondovisione, ma Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness, accusa: “Mondiali disastrosi, Tofane cementificate. Hanno usato l’esplosivo per le piste Labirinti e Vertigine, hanno installato enormi bomboloni di gas contro le valanghe, hanno inserito salti impossibili e curvoni da Formula 1”.
Pur di ricostruire la pista da bob, senza pagarla, il governatore leghista Luca Zaia le ha provate tutte. Prima l’ha inserita nel Masterplan olimpico, salvo ricevere lo schiaffo dal Cio che voleva spostare le gare in Austria. A ottobre ne ha fatto uno dei punti del Piano regionale di ripresa e resilienza, sperando di inserirlo nel Recovery nazionale. Alla fine si è arreso e il 16 marzo la giunta ha approvato uno schema di accordo col Comune di Cortina per uno “studio di fattibilità”. Zaia da amarcord: “La pista Eugenio Monti del 1956 è un pezzo di storia, le gare si faranno lì”. E spera in un commissario per bypassare le valutazioni d’impatto ambientale.
In Commissione ambiente, alla Camera, l’assessore al turismo del Veneto, Federico Caner ha fatto retromarcia sugli annunci di progetti per impianti in aree protette (80-100 milioni, metà pubblici): “Al momento non ce ne sono”. Ma ha ammesso: “Esiste un progetto di un gruppo di impiantisti di Arabba, ma non rispetta i vincoli della legge Pecoraro Scanio”. La Regione ha scritto all’Unesco: “È un’ipotesi di strategia di sviluppo non ancora definita”, chiarendo però che “non si può pregiudizialmente prevedere che i collegamenti siano realizzati al di fuori delle superfici sciabili del Piano Neve Regionale”. Insomma, vogliono renderli compatibili. Per fortuna il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, è netto: “Mai sul nostro territorio”. Dal ministero della Transizione ecologica e dalla presidente della Commissione ambiente Rotta avvisano: “Dolomiti e Olimpiadi non possono essere in contraddizione”.
Nel Prrr appena approvato, Zaia però ha già indicato investimenti per 640 milioni: 500 per vie di accesso a Cortina, 48 per rifare le fognature di Cortina e 91 per opere olimpiche (50 milioni per il bob, 4,6 per il palaghiaccio, 1,5 per le piste sulle Tofane, 32 per il villaggio olimpico). Ma le spese sono molto superiori, considerando il miliardo già stanziato dal governo: 473 milioni alla Lombardia, 325 al Veneto (270 milioni per la variante di Longarone), 82 a Bolzano e 120 a Trento. Ci sono poi 4 varianti stradali della statale Alemagna per 143 milioni, “incompiute” che dovevano essere pronte per i Mondiali e sono solo sulla carta. La “variante” di Cortina, costerà altri 200 milioni (solo 67 finanziati). A febbraio, Regioni e province autonome hanno preso atto di altri 145 milioni della Finanziaria 2020). Zaia, irriducibile: “Con questo stanziamento possiamo pensare alle infrastrutture, come il bob…”. Il Veneto ha già messo in cantiere (costo: 40 mila euro per lo studio) un “Masterplan di Cortina” con le opere necessarie per i Giochi. La grande abbuffata è appena all’inizio.