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 2021  maggio 09 Domenica calendario

I cento anni della Scaligera

Il 9 maggio 1921, un secolo fa, per Arturo Toscanini e i suoi musicisti è il primo giorno di riposo da quando, l’ottobre dell’anno prima, è iniziata la tournée dell’orchestra che il maestro ha formato scegliendo uno per uno i componenti, la nuova orchestra della Scala. Non è una semplice tournée, assomiglia a un’anabasi e catabasi, dall’Italia agli Stati Uniti, al Canada e ritorno. Due traversate in nave dell’Atlantico, 125 concerti in 237 giorni, 24.000 chilometri percorsi in treni speciali, tre sedute in sala di registrazione per incidere dischi, un incessante trionfo. La Prima Guerra Mondiale era appena finita, l’Italia stava vivendo conflitti sociali molto aspri, l’avvento del fascismo è imminente, e tuttavia l’epopea positiva di questa avventura musicale, logistica, umana, rimane memorabile. La racconta Mauro Balestrazzi in La tournée del secolo – Toscanini e la straordinaria nascita dell’Orchestra della Scala (Libreria Musicale Italiana. Pagine 354. Euro 32,00) e, come accade al miglior giornalismo, notizia dopo notizia la cronaca diventa racconto e contribuisce a delineare un tratto della nostra storia, tra errori, rovinose cadute, entusiasmanti rinascite. Il libro copre un arco di tempo lungo appena cinque anni, però decisivi. Si inizia nel settembre 1916, quando Toscanini scrive al duca Uberto Visconti di Modrone, senatore del Regno e responsabile della gestione della Scala, protestando per il decadimento artistico del teatro, affidato a Walter Mocchi, spregiudicato impresario definito «l’esponente più singolare della speculazione teatrale», e si finisce il 26 dicembre 1921, quando il sipario si alza per la serata inaugurale: in programma Falstaff, dirige Toscanini, protagonista è Mariano Stabile.
Tra i due termini, accade di tutto: la chiusura della Scala a causa della guerra e dei conti in rosso, la radicale ristrutturazione, dalle fondamenta al soffitto, dell’edificio del Piermarini, la trasformazione del teatro da “impresa” a “ente autonomo senza fini di lucro”, con un capitale iniziale costituito grazie ai contributi di Banche, enti pubblici e privati, la stabilizzazione dell’orchestra. L’inizio di una nuova fase, rimasta da allora sostanzialmente inalterata. Due le personalità, diverse tra loro ma convergenti nel raggiungere l’obiettivo, che Balestrazzi ritiene decisive per la rinascita: il sindaco socialista Emilio Caldara e il senatore liberale Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, futuro oppositore di Mussolini, che lo costrinse a lasciare il giornale.
La “tournée del secolo” – scorso, ma probabilmente destinata a rimanere tale anche in futuro – nasce grazie all’insistenza e alla concretezza di un gruppo di sponsor americani, determinati a riportare Toscanini a dirigere negli Stati Uniti, dopo che il maestro aveva lasciato nel 1915 il Metropolitan di New York. I soldi si trovano, manca un’orchestra, ma è esattamente questo il vuoto che il direttore desidera colmare. L’obiettivo è ambizioso e inedito: un’orchestra italiana impegnata non in un repertorio operistico, ma sinfonico e capace di competere con le migliori formazioni internazionali. Nel programma dei concerti, gli autori più riconosciuti, Beethoven, Brahms, Debussy, Dvorak (che il pubblico americano molto amava), Mendelssohn, Mozart, Schubert, Richard Strauss, Wagner, sono proposti assieme alla tradizione e alla contemporaneità italiana: da Manfredini, Rossini, Verdi, Vivaldi a Pizzetti, Respighi, De Sabata, Lualdi, Martucci. Toscanini sceglie, rischia, non teme il confronto, ha una strategia artistica e culturale, far conoscere la musica italiana dell’inizio del ventesimo secolo. Una coraggiosa lucidità che tanti suoi colleghi oggi hanno dimenticato.
Dopo un mese di concerti in Italia, il transatlantico Presidente Wilson salpa da Napoli il 30 novembre 1920. Gli orchestrali sono 100. Scrive il violinista Ermanno Marchesi, padre di Gustavo: «Durante la traversata il maestro sosteneva tutti con la sua vitalità. Diede fondo all’intera riserva di vin santo, regalo di D’Annunzio, per alleviarci dalle pene del mal di mare». Primo concerto a New York il 28 dicembre, l’ultimo a Montreal il 24 marzo 1921, poi ritorno in patria e ripresa della tournée. Entusiasmo ovunque per questa nuova formazione, che ha dato dignità ai professori d’orchestra italiani. Dal maggio 1921 al maggio 1946, un quarto di secolo più tardi. Sabato 11, Toscanini dirige il primo concerto della Scala ancora una volta rinata dalle proprie macerie, quelle dei bombardamenti dell’agosto 1943. Questo libro racconta, anche, perché quella sera poteva essere soltanto lui a salire sul podio.