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 2021  maggio 09 Domenica calendario

Che fine ha fatto Marco Columbro

Nel Millequattrocento era un convento dei monaci Olivetani, una congregazione monastica benedettina. Immerso nei boschi e tra gli olivi dove si muovono i caprioli e volano i fagiani, ristrutturato secondo tutti i canoni bio, oggi è l’hotel locanda Vesuna in Val d’Orcia.
Dietro questo luogo «dove scorre un’energia elettrica particolare» c’è Marco Columbro. Bisogna andare senza troppi sforzi all’indietro nel tempo per rintracciare i punti fermi della carriera di un volto tra i più amati della televisione. Gli esordi con "Tra moglie e marito", poi l’inizio della collaborazione con Lorella Cuccarini: una coppia che sembrava inossidabile: "Buona Domenica", poi "Paperissima", poi i successi della fiction con "Caro maestro".
La vittoria di ben 13 Telegatti, che all’epoca erano indiscusso termometro della popolarità sul piccolo schermo. Il 7 dicembre 2001 viene colpito da un aneurisma cerebrale e resta in coma per un mese.
La locanda Vesuna è diventato un progetto di vita per Columbro. Oggi racconta: «Dopo l’ictus, per la tv ero morto. Negli anni il mondo dello spettacolo ha continuato a inseguirmi, mi hanno proposto di calcare i palcoscenici del teatro. La verità è che non ho mai trovato nulla che davvero mi appassionasse». Questo antico convento invece sì. «Ero appena tornato dal Tibet dove avevo incontrato il Dalai Lama e avevo realizzato un video, eravamo a cavallo tra il 1997 e il ’98». È un investimento, ma non soltanto: «L’ho visto, in breve tempo l’ho comprato. Ne ho intuito subito le potenzialità, anche se allora era in completo abbandono, sembrava bombardato».
Il primo tentativo, quello di affidare la gestione della nuova struttura, non va nel senso desiderato. Così Marco decide di occuparsene personalmente, insieme alla compagna Marzia Risaliti, e fa la scelta di chiamare in aiuto una coppia di super professionisti.
È la svolta, con l’attività a pieno ritmo da marzo a ottobre e una clientela non solo italiana: «Cinesi, brasiliani, americani, russi, tedeschi».
Questa è solo la parte della storia. Di una scelta di vita dove la cesura con il passato è evidente. Ad affiancare le nuove attività, spiega Columbro, «c’è una ricerca spirituale che dura da 40 anni». La vicinanza alla sede della Società Antroposofica, lo studio delle opere di Rudolf Steiner. La conoscenza dei "maestri", il coraggio di tentare un compendio degli insegnamenti ricevuti: «Ho scritto questo libro, "Il risveglio di Parsifal", l’ho proposto agli editori». Un lavoro sul senso della consapevolezza.
Negli anni Novanta c’è l’incontro con un Lama guaritore, «che il 20 aprile scorso ha lasciato il suo corpo umano per il Covid». Lama Gangchen Rimpoce lo introduce al buddismo tibetano. «Con lui ho fatto diversi viaggi che lo mi hanno portato in India e in Tibet». Da questi viaggi sono nati due documentari, tra cui "La Luce Del Buddha", un video dedicato all’intervista al Dalai Lama. Poi la frequentazione successiva, «con un maestro brasiliano che è la reincarnazione di un altro importante Lama».
È stato un lungo viaggio fuori e dentro di sé: «Ho girato tanto nella mia vita, alla ricerca della conoscenza di nuove culture». Per arrivare a tirare le fila sui suoi 70 anni: «Sono nato a Viareggio un po’ di tempo fa e ho trascorso tutta la mia infanzia, nell’entroterra viareggino. Abitavo in una ‘casa comune’, tra virgolette, un grande spazio dove erano state costruite due case una di fronte all’altra: una colonica e una piu moderna, separate da un grande orto. Nella casa colonica abitavano i miei zii e i miei nonni, in quella più moderna i miei genitori le mie sorelle ed io». Un cerchio che si chiude: il ritorno nella sua Toscana. Nella locanda dove c’è anche un biliardo per rilassarsi giocando: un’altra sua grande passione.