Specchio, 9 maggio 2021
Germania, Trabant batte Tesla quattro a tre
Il 30 aprile 1991 dalla catena di montaggio dello stabilimento di Zwickau in Sassonia è uscita l’ultima Trabant. Sono passati 30 anni da allora, ma il cuore dei tedeschi batte ancora forte per la Trabi, “l’auto di cartone” dal motore a due tempi. Anzi, in questo momento batte molto di più che per la Tesla, il simbolo del futuro elettrico dell’automobile. Secondo uno studio del CAR Institut (Center Automotive Research ) dell’Università di Duisburg, che è andato a spulciare le attuali statistiche di immatricolazione dell’Autorità federale per i trasporti automobilistici in Germania, tre decenni dopo la fine della loro produzione sulle strade tedesche circolano ancora più di 38.000 Trabi, 38.173 a voler essere precisi, mentre le Tesla immatricolate sono poco più di 34.000. Un vantaggio, quello dell’iconica auto della DDR, che probabilmente si esaurirà quest’anno, visto l’attuale successo del mercato delle auto elettriche, ma che in questi giorni emoziona i tedeschi nostalgici. La cosa più sorprendente emersa dallo studio del team del Prof. Ferdinand Dudenhöffer è il fatto che il numero delle Trabi immatricolate in Germania negli ultimi anni è addirittura aumentato. Il 1° gennaio 2017 sui registri dell’Ufficio federale competente ne risultavano 34.449, quasi 4000 in meno di quelle di oggi. Solo nel corso dell’ultimo anno ne sono state immatricolate più di 1000. Nonostante il grande amore dei tedeschi per le auto di lusso, la Trabant continua a essere un’auto di culto, la materializzazione su quattro ruote del sentimento dell’Ostalgie. Nella sua storia iniziata il 7 novembre 1957, quando la prima “Trabi” uscì dalla linea di montaggio della casa automobilistica Horch a Zwickau (poi VEB Sachsenring Automobilwerke Zwickau), sono stati prodotti più di 3 milioni di veicoli, solo l’ultimo modello uscito dallo stabilimento tra il 1990 e il 1991 montava un motore a quattro tempi raffreddato ad acqua. Creata per essere il veicolo economico di massa per i tedeschi dell’Est, la “Porsche della Sassonia”, come pure è stata chiamata, veniva offerta in tre modelli differenti: berlina, cabriolet e giardinetta, tutti rumorosi e altamente inquinanti. A renderla particolare, e forse anche per questo amata dai collezionisti nostalgici dei nostri giorni, anche la sua carrozzeria, che ne ha fatto una sorta di antenata della Smart. L’auto per antonomasia della DDR fino alla caduta del Muro di Berlino era infatti realizzata in Duroplast, un mix di resine e cotone riciclato.