la Repubblica, 9 maggio 2021
Macron rende omaggio al generale Dumas
Appena finito di commemorare il bicentenario della morte di Napoleone, Emmanuel Macron deve celebrare la giornata per la memoria dell’abolizione dello schiavismo, prevista ogni 10 maggio. I due appuntamenti si sono collegati perché l’omaggio a Napoleone è stato accompagnato dalle critiche di chi ricordava come l’Imperatore avesse ristabilito lo schiavismo. Per tentare di riconciliare i fronti opposti, il leader francese metterà al centro della giornata di domani il famoso militare rivoluzionario Thomas Dumas, primo generale di colore dell’esercito francese, nato nel 1762 da una schiava di Santo Domingo, e papà di Alexandre, l’autore dei Tre Moschettieri e del Conte di Montecristo.
Soprannominato “il diavolo nero” per il coraggio e la prestanza fisica, Thomas Dumas partecipò a fianco di Napoleone Bonaparte alle campagne d’Italia e d’Egitto ma poi cadde in disgrazia, prendendo le distanze dall’Imperatore proprio per la deriva autoritaria e le leggi razziali. «È l’unico generale che non ha mai ricevuto la Legione d’onore» ricorda Claude Ribbe, lo storico che da quasi vent’anni si batte per riabilitare quest’eroe dimenticato della storia francese. Già nel 2002, quando Jacques Chirac fece entrare Dumas (scrittore) nel mausoleo del Panthéon, Ribbe pronunciò un appassionato discorso al Senato per perorare la causa del generale che morì nel 1806 in povertà, senza alcun riconoscimento ufficiale né pensione, afflitto dal dolore di non aver potuto partecipare alla battaglia di Austerlitz. Figura emblematica della spedizione egiziana, finì per litigare con Napoleone. Venne fermato dai borbonici e detenuto in condizioni terribili per oltre due anni tra Taranto e Brindisi. Nella nuova biografia, Ribbe pubblica i diari di prigionia, finora inediti. «Ci sono interi passaggi che fanno pensare al racconto dentro al Castello d’If nel Conte di Montecristo» nota lo storico che cita anche estratti della corrispondenza tra il generale e tre dei suoi principali compagni d’armi. L’associazione ai Tre Moschettieri è fin troppo evidente, continua. Anche se per Ribbe il moschettiere che più somiglia al padre del romanziere non è Porthos, come dicono alcuni, ma D’Artagnan. Di certo, il figlio del generale aveva conservato un antico rancore per il re di Napoli e qualche tempo dopo corse a portare armi a Garibaldi, rimanendo con i Mille fino alla vittoria. «Fu il suo modo di vendicare il padre» racconta lo storico.
In autunno, dopo le manifestazioni antirazziste collegate al movimento americano Black Lives Matter, Macron aveva spiegato di voler valorizzare alcuni personaggi storici legati alla colonizzazione e all’immigrazione. Tra questi proprio il Generale Dumas. Il «formidabile generale, eroe di guerra» – parole di Macron – dovrebbe presto avere una statua in una piazza di Parigi, accanto ai due scrittori Alexandre (figlio e nipotino).
Un secolo fa era già apparso un bronzo del Generale su cui lo scrittore Anatole France diceva: «Il più grande dei Dumas è il figlio della negra, ha rischiato sessanta volte la vita per la Francia ed è morto povero». La statua venne abbattuta durante l’Occupazione, l’eroismo del militare di colore disturbava i nazisti.