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 2021  maggio 08 Sabato calendario

Autoritratto di Giorgia Meloni

ROMA. – In quelle 326 pagine, vergate per Rizzoli, ci sono «passato, presente e futuro del leader politico sul quale sono puntati gli occhi di molti, in Italia e non solo». L’autobiografia è pronta, uscirà martedì prossimo, anticipata da un abstract ambiziosetto che dice tanto di Giorgia Meloni ma non la cosa principale. La quale, in fondo, vien fuori da sé: quel racconto è il trampolino di lancio per un sorpasso che ormai, negli ambienti di Fdi, non è più una chimera. Anzi, un obiettivo che, raccontano nel partito, è «visto per la prima volta come una cosa possibile». Possibile, appunto: in questa categoria entra d’imperio ciò che appena 20 mesi fa era impensabile, il recupero di 30 punti (trenta!) nei confronti della strabordante Lega pre-Papeete. Una rimonta da guinness: la distanza media nei sondaggi è scesa a 3,4 punti (fonte supermedia Youtrend) e a questo ritmo di crescita, calcola chi sa far di conto, il traguardo potrebbe esser tagliato a fine estate. Esattamente in coincidenza con le amministrative. L’aveva predetto già un mese fa, Guido Crosetto, il pacioso co-fondatore di Fratelli d’Italia: «Possiamo arrivare al 25 per cento. E a quel punto dovremmo essere il primo partito...». E allora Io sono Giorgia non può che costituire – pure, non solo – un corposo depliant elettorale per l’assalto finale al Carroccio, con il titolo che trae spunto direttamente dalla hit nata per prendere in giro la leader ma che i meccanismi social, padroneggiati dalla “Bestia” meloniana, hanno reso un formidabile strumento di promozione di Fdi: gli undici milioni di visualizzazioni hanno fatto ben presto prevalere la cornice sul contenuto. Un tormentone «che è diventato un manifesto identitario», è scritto addirittura nella presentazione del libro, con evidente riferimento a quel «sono una donna, sono una madre, sono cristiana», a quella difesa di «Dio, patria e famiglia dall’islamizzazione», insomma a quelle frasi urlate dall’ex ministra dal palco di San Giovanni nell’ottobre del 2019 che sono diventate un inno della destra pop. «Di punto in bianco è come se il mondo si fosse accorto delle cose che dico», disse allora Meloni a botta calda. E oggi che pure il Financial times consacra «l’astro nascente dell’estrema destra italiana che sta capitalizzando la decisione della Lega di fare un’inversione di marcia e abbracciare il governo Draghi» e ne svela l’obiettivo di superare Salvini per sottrargli il posto di candidato premier del centrodestra, Giorgia è pronta a raccontarsi senza filtri agli italiani: parlando della mamma Anna («Il suo giudizio è quello che temo di più», ha anticipato a Verissimo), della sorella Arianna («Non c’è nulla di me che non conosca»), del dolore per l’assenza del padre («Quando è morto non sono riuscito a provare un’emozione») e ovviamente della gioia della maternità: «Quando diventi madre è come se smettessi di vivere avendo come baricentro te stesso». La contestata scelta di annunciare la gravidanza al Family day? Meloni la vede così: «Ci sono stati molti hater che mi augurarono di abortire. Questa cosa l’ho patita moltissimo». E l’omofobia? «Faccio politica da trent’anni e sfido chiunque a rintracciare parole omofobe».
Questa Meloni «che per la prima volta parla di sé a tutto tondo», inclusi gli episodi di bullismo subiti in adolescenza («Mi chiamavano cicciona»), è la stessa che ha messo la freccia. Senza accelerare più di tanto: ieri ha scritto un whatsapp a Matteo Salvini, con il quale i rapporti si sono interrotti dai giorni della nascita del governo Draghi, per invitarlo a convocare un vertice di centrodestra sulle amministrative. Un ramoscello d’ulivo porto al leghista tallonato da presso, il quale maliziosamente ha fatto sapere che sì, la riunione si può fare mercoledì prossimo ma lui non ci sarà, perché di lì a due giorni sarà in aula al processo di Catania. Che estate, questa estate: con Salvini probabilmente lanciato in un nuovo tour balneare – Covid permettendo – e Giorgia a raccogliere i frutti della sua fatica letteraria nella quale illustra – già da candidata premier? – il «futuro che immagina per l’Italia e per l’Europa». È il volatone con vista su Palazzo Chigi: per dirla con Renzi, c’è solo da preparare i pop-corn.