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 2021  maggio 08 Sabato calendario

La scoperta del Pokè

In un anno orribile per la ristorazione si possono sbandierare ottimi risultati e soprattutto, viste le incognite presenti, programmare una forte crescita? Per un tipo di ’cucina’ che gli italiani hanno imparato a conoscere proprio in quest’anno segnato dai lockdown sì. Parliamo dei ’pokè’, antipasto di origine hawaiana a base di pesce crudo ed estesosi poi al pollo che soprattutto nelle grandi città ha rappresentato una piccola rivoluzione nei consumi alimentari.
Il caso del brand Pacific Poke, guidato dalla società capogruppo Poke Srl, è in tal senso emblematico. Si è rivelato la sorpresa 2020 del mondo food delivery in Piemonte. La catena, fondata nel 2018, propone prodotti hawaiani che hanno permesso alla società di raggiungere l’anno scorso risultati economici in decisa controtendenza rispetto all’andamento del settore. Nel 2020, le vendite nel canale delivery sono aumentate di oltre il 300% rispetto l’anno precedente. E la crescita del fatturato tramite il canale diretto è stata di oltre il 100%. Così il fatturato complessivo ha segnato una crescita a tre cifre rispetto sul 2019.
In un anno devastante Pacific Poke ha aperto tre nuovi punti a Torino. E poi lo sbarco sulla piazza milanese, prima in febbraio in Cook Room Glovo, partecipando ad una nuova avventura promossa da Glovo, poi con l’apertura del grande locale in zona Isola, tipico per una vera esperienza hawaiana – quindi non solo poke – ma anche con altri prodotti. Una crescita ribadita
a novembre con l’inaugurazione del quarto punto vendita a Torino.
Con 8 punti vendita – una cin- quantina di addetti, l’80% sotto i 30 anni, con predominanza femminile e giovani provenienti da nazioni diverse – l’anno scorso, spiega il Ceo Stefano Zenga, «il fatturato del gruppo ha raggiunto i 2 milioni e mezzo e quest’anno si attesterà sui 4,5 con i locali esistenti. Se guardiamo alle proiezioni con le prossime aperture toccheremo i 6 milioni».
Ma la grande sfida è la scelta di nuove aperture: il gruppo infatti ne ha previste, ancora a Torino, Milano ma anche a Bergamo e Bologna ed altre città del Centro Italia. «Crediamo nel nostro modello operativo e nel prodotto – spiega Zenga –: abbiamo scommesso sul cibo hawaiano ed è stata una scommessa vincente sia per i clienti che vengono nei locali sia per l’asporto, unico canale funzionante per buona parte del 2020 che ha permesso al Poke di essere conosciuto ed apprezzato». A tal punto che esiste una tipologia differente di cliente, «il lavoratore che necessita di un pasto comodo e semplice in pausa pranzo e poi c’è chi vuole un pasto serale». Insomma, il Pokè «cavalca i megatrend attuali – conclude Zenga – ma fondamentale è l’alta qualità e la coerenza con la cultura hawaiana».