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 2021  maggio 07 Venerdì calendario

Germania, governi troppo lunghi


I tedeschi vogliono rinunciare alla virtù politica che gli italiani invidiano: la stabilità. Dalla nascita della Repubblica federale dopo la guerra ad oggi, dal Konrand Adenauer (14 anni) alla Merkel, hanno avuto otto cancellieri, nove se vogliamo contare i nove giorni di Walter Scheel, capo del governo provvisorio dopo le dimissioni di Willy Brandt. Quanti sono i primi ministri italiani dal dopoguerra ad oggi? Pochi saprebbero rispondere con sicurezza senza controllare. Una quarantina, ma alcuni tornano al governo più di una volta. Quante sono state le crisi a Roma? Ma si alternano sempre gli stessi nomi per decenni, in realtà l’Italia ha avuto un’instabile stabilità.
Frau Merkel se ne va di sua volontà, va in pensione a 67 anni, sarebbe di certo stata rieletta per la quinta volta, solo l’avesse voluto. Non batterà il record del suo padrino Helmut Kohl, rimasto alla Cancelleria per 16 anni e 26 giorni. Frau Angela arriverà a 15 anni e dieci mesi, giorno più o meno. Quale capo di governo o di Stato nel mondo può vantare la sua longevità? Solo Vladimir Putin era al potere nel 2005, quando la prima donna nella storia fu nominata per governare la Germania.
Ora che se ne va, i tedeschi cominciano a criticare la loro Mutti, che li ha guidati con fermezza. Si trovano smarriti in piena emergenza per il Covid, e sono incerti su quale scelta compiere al prossimo voto, il 26 settembre. È sempre colpa della mamma. E si vuole cambiare, non si può governare troppo a lungo, chi rimane al potere si crede indispensabile, i partiti non si rinnovano, e si vuole riformare la Costituzione. Un Cancelliere dovrebbe rimanere al potere per due mandati, otto anni. Se bastano al presidente degli Stati Uniti, non sono pochi.
Lo propone Markus Söder, il premier della Baviera, il leader dei cristiano sociali: a Monaco, non si dovranno superare i due mandati. E, naturalmente, sono d’accordo i socialdemocratici, sempre convinti che la loro crisi dipenda da Frau Angela, di cui sono stati alleati nella Große Koalition. I verdi, i liberali, l’estrema destra dell’Afd, e a sinistra la Linke, tutti vogliono cancellieri a tempo, d’accordo contro il monopolio del potere, che mette in pericolo la democrazia.
Dovrebbe essere una riforma scontata, probabilmente tutti cambieranno idea dopo le elezioni. Solo alcuni politologi hanno qualche dubbio: temono il caos all’italiana, e un cancelliere con poteri limitati al secondo mandato, come avviene sovente negli Usa. Dal 1949, la Cdu/Csu, ha governato per 52 anni, l’Spd per venti. Stabilità anche per quanto riguarda i partiti. Forse per la prima volta in settembre avremo una Cancelliera verde. La Costituzione prevede semplicemente che il Bundestag, il parlamento, scelga il Cancelliere, e basta la maggioranza di un seggio. Tutto qui.
L’articolo che dovrebbe copiare l’Italia è quello che riguarda la sfiducia costruttiva: non basta mettere in minoranza il governo per farlo cadere, bisogna proporre una nuova maggioranza.
Lo tentò per la prima e unica volta il cristianodemocratico Rainer Barzel nel maggio 1972 per far cadere Willy Brandt: come in un film di fantapolitica finì patta, ma saggiamente Brandt decise di indire elezioni anticipate che vinse trionfalmente in novembre (con il 45,8%). La seconda crisi fu provocata nel 2005 da Gerhard Schröder, che nel 2005 volle anticipare il voto, a causa dei sondaggi che lo vedevano in caduta libera. Giocò d’anticipo, e per poco non smentì i pronostici: fu battuto da Angela Merkel per poche migliaia di voti.
Quasi trent’anni prima, nel ’74, Willy Brandt fu l’unico a doversi dimettere a causa della spia della Ddr alla Cancelleria. Prese il suo posto Helmut Schmidt che rimase al governo per otto anni, fatto fuori nell’ ’82 dall’alleato, il liberale Hans-Dietrich Genscher, che passò con la Cdu/Csu, un ribaltone come si dice a Roma, ma è un cambio democratico.
Arrivò Helmut Kohl, poco stimato anche dai suoi, un cancelliere di transizione, e rimase fino al ’98, quando lo sconfisse Gerhard Schröder. Ma la Cdu/Csu non avrebbe perso se solo Kohl avesse lasciato candidare il suo delfino Wolfgang Schauble. Chi è al potere gode del cosidetto Kanzlerbonus, chi governa di solito vince, perché i tedeschi hanno paura di cambiare. Ma 16 anni erano troppi, la riunificazione aveva messo in crisi la Germania, e si sentì il bisogno di un uomo nuovo. Ma forse i tedeschi ora preferiscono avere ancora una donna alla guida.