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 2021  maggio 06 Giovedì calendario

Pablo Iglesias lascia la politica

Verso la mezzanotte del 4 maggio, quando lo scrutinio del voto regionale di Madrid segnala il trionfo della popolare Isabel Díaz Ayuso, Pablo Iglesias rende nota la sua decisione di lasciare la politica. Iglesias si era già dimesso da vicepresidente del governo spagnolo un mese e mezzo fa per presentarsi alle elezioni della Comunità madrilena. Lo aveva fatto per evitare che Podemos rimanesse fuori dall’assemblea di Madrid e per sbarrare la strada all’estrema destra. Il primo obiettivo l’ha raggiunto, Podemos è entrato in consiglio regionale collocandosi però all’ultimo posto. Ma quello di battere Ayuso e Vox non gli è riuscito e anzi la vittoria della leader del PP è stata di dimensioni imprevedibili.
FINE DI UN CICLO
Quello annunciato nella notte elettorale è perciò solo l’ultimo passaggio di un percorso che Iglesias aveva già iniziato a marzo, portato a termine forse un po’ anticipatamente, ma nella consapevolezza di non rappresentare più quel valore aggiunto capace di far vincere il suo progetto, quanto piuttosto di essere diventato il bersaglio delle destre tanto da favorirne la mobilitazione. Iglesias lascia, orgoglioso di «aver cambiato la storia del paese», in sette anni è infatti riuscito nell’impresa di stravolgere gli equilibri della politica spagnola, rompendo con l’immobilità del bipartitismo. Tra i fondatori di Podemos nel 2014, con l’ambizione di rappresentare le parole d’ordine del movimento degli Indignati, in soli sette anni Iglesias ha portato la formazione viola nel parlamento europeo, nelle Comunità e alla guida delle principali città dello Stato, nel parlamento spagnolo e infine nel primo governo di coalizione progressista della Spagna assieme ai socialisti. Sette anni dopo, a succedergli nel governo c’è la ministra del Lavoro e ora vicepresidente Yolanda Díaz, la comunista che tutti stimano perché mette d’accordo imprese e sindacati. E nel partito c’è una leadership di giovani donne pronte a prenderne la guida.
«Quando non si è più utili bisogna sapersi ritirare», dice Iglesias, chiudendo così un ciclo personale e politico pieno di successi, ma anche di rotture con i vecchi compagni di strada. Bersaglio di attacchi violenti da parte delle elite che non gli hanno mai perdonato di essere arrivato così lontano in tanto poco tempo, Iglesias abbandona la prima linea della politica. Ad aspettarlo fuori ci sono l’università di cui è docente, la sua passione per i media e la cura dei suoi tre bambini piccoli.