ItaliaOggi, 5 maggio 2021
Periscopio
Sia Draghi sia Letta sono corpi estranei alle malizie e alle trappole dei professionisti della politica. Sapranno imporsi, alle folle dei politicanti? Cesare Lanza, Alle 5 della sera.
Sono cresciuto nell’epoca del «tutto è politica». Era qualcosa di totalizzante. Adesso per capire ciò che passa nella testa delle persone è meglio andare al cinema, quando si poteva, o leggere... Pierluigi Battista di Huffington post (Maurizio Caversan), la Verità.
Quando Andreotti venne al telefono, dissi al senatore a vita: «Vorrei parlarle della guerra». «L’aspetto», replicò. Un’ora dopo, ero nello studio di piazza in Lucina. Mi aprì un rimpiazzo della signora Enea, ombra di Andreotti per decenni, che colpita da Alzheimer, si era ritirata. Poco prima della malattia, aveva testimoniato nell’inchiesta parlamentare sulla P2 in cui il Divo Giulio era sospettato di inesistenti tresche con Licio Gelli. Le fu chiesto: «Ha visto nello studio del senatore alcuni dei politici che compaiono negli elenchi piduisti?». «No. Ho visto alcuni di voi», rispose. Giancarlo Perna, la Verità.
Salvini è sempre più incalzato dalla Meloni: chi vincerà per la leadership? È in corso un riequilibro. Salvini aveva occupato nel Centro-Sud in modo estemporaneo lo spazio che politicamente era della destra, di An. Ora la Meloni si sta riprendendo l’elettorato che era suo. L’insieme dei voti finali non cambia. Il centrodestra ha comunque la maggioranza. Mi pare che al centrosinistra questo elemento sfugga. È un mezzogiorno di fuoco anomalo, diciamo così. Renzi voleva fare fuori Conte. Conte voleva far fuori Renzi. Ma non ci è riuscito nessuno dei due. E ora devono rappattumare per non perdere la faccia. Massimo Cacciari (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Nel panorama economico italiano che è assai fosco, l’unico spiraglio di uscita deriva dall’essere parte della Ue, benché sia un’istituzione incompleta e largamente imperfetta. Difatti, nel 2021 la Bce (come già fatto nel 2020) coprirà l’intero deficit dell’Italia investendo in titoli di Stato circa 230 miliardi (di cui 160 di nuovi titoli). In tal modo, la Bce arriverà a detenere debito per un importo pari al 44% del Pil: nel 2015, prima del Quantitative Easing della Bce a guida Mario Draghi questo importo era pari a poco più del 6%; a fine 2020 era circa il 36%. Marcello Gualtieri. ItaliaOggi.
Una massa di circa un miliardo di uomini, concentrata prevalentemente in Asia, è passata di colpo dall’autoconsumo al consumo, dal circuito chiuso dell’economia agricola al circuito aperto dell’economia di mercato. È una massa che prima faceva vita a sé: coltivava i suoi campi e allevava i suoi animali per nutrirsi; raccoglieva la sua legna per scaldarsi; non aveva industrie. È una massa che non ha ancora il denaro necessario per comprare un’automobile, ma ha già il denaro sufficiente per comprare una moto, un litro di benzina o di latte, un chilo di carne. I cinesi, per esempio, nel 1985 consumavano mediamente 20 chilogrammi di carne all’anno, oggi ne consumano 50. Giulio Tremonti, La paura e la speranza. Mondadori, 2008.
C’è un forte cambiamento che questo Covid ha rappresentato: nel momento in cui uscire di casa significava rischiare la propria salute e farla rischiare ad altri e una parte importante di un sistema industriale si basa sulla frequentazione di luoghi fisici, in cui si comprano cose fisiche, se va in crisi quella roba lì, bisogna onestamente in grado di capire che, contro questo effetto, il vaccino non c’è. Edoardo Nesi, scrittore (Goffredo Pistelli). ItaliaOggi.
Dante non ebbe dell’Italia la stessa idea che gli attribuirono i nostri padri del Risorgimento, che per questa pagina («Ahi serva Italia») si commossero e a essa si ispirarono. Ma è anche vero che non si può dire che, per Dante, l’Italia era solo un’entità geografica e linguistica. Traspare chiaramente infatti da questo testo l’idea dell’Italia come nazione: nave senza guida, abbandonata e misera, serva dei vari signori, cavallo non ben guidato; tutte immagini che solo a una nazione potevano riferirsi. Aldo Cazzullo. Corsera.
Se vedi Davigo in tv, non hai bisogno di aggiungere niente, è quello, un granito fedele a sé stesso, qualunque cosa accada nel cosmo. Ma se vedi Vittorio Sgarbi, tu senti già scorrere il sangue nelle vene e subito ti prepari ad attendere colpi di teatro, argomenti non banali, timbro non conformista, in poltrona, con la bisaccia dei popcorn alla mano, come in un bel film d’azione. Luigi Amicone. Tempi.
Sì, ho paura del Covid. Su questo io e Vittorio non andiamo d’accordo e a volte litighiamo. Ho perso amici a causa del Covid e ho paura di prenderlo. La paura va rispettata. Le critiche per la gestione dell’epidemia sono un’altra faccenda, su quello possiamo anche incontrarci. E poi ho paura in generale. Per fare le cose che faccio devo sfoderare molto coraggio. «La paura» è stato il tema del primo numero di Panta, la rivista che fondai con Pier Vittorio Tondelli. Mi piacerebbe fare un numero di Pantagruel, rivista monografica della Nave di Teseo, intitolato «La Paura parte seconda». Elisabetta Sgarbi, editrice (Maurizio Caverzan). Panorama.
Quando andai all’Università di Perugia per iscrivermi, grazie a una borsa di studio che avevo vinto, trovai da una parte una fila lunghissima, dall’altra soltanto due o tre ragazzi. La prima era la fila per la facoltà di Medicina. La guardai e immaginai che, come minimo, sarebbero stati necessari sei anni di affitto per la casa, sei anni di spese, sei anni di sacrifici da chiedere ai miei genitori. Una prospettiva terrificante. «L’altra – chiesi – cos’è?». «È filosofia», mi dissero. E pensai: «Be’, se c’è così poca gente, non sarà così difficile cavarsela in fretta». Dario Antiseri, filosofo (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
La famiglia Ramat proviene dalla Savoia o dal Delfinato, non ne sono sicuro. Ma già nel Seicento era in Val di Susa, dove una frazione montana di Chiomonte è denominata Les Ramats. Mio fratello linguista pronuncia la «t» finale sostenendo che si tratta di un cognome franco-provenzale. Ma in casa pronunciavamo Ramà. Il nonno paterno era di Susa. Ufficiale dell’esercito, dal 1910 si stabilì a Firenze. Mio padre Raffaele, per me soltanto Raf, era nato nel 1905 a Viterbo, la città di origine di mia madre. Silvio Ramat, poeta (Antonio Gnoli), la Repubblica.
Non ho più notizie di me da tanto tempo. Alda Merini.
I responsabili sono sempre di nomina politica e la mediocrità viene premiata. Uto Ughi.
Ci sono scrittori così profondi che, per capire quello che dicono, devi sprofondare con loro. Roberto Gervaso.