Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  maggio 05 Mercoledì calendario

Il borgo delle fiction rischia di franare


MACARI (TRAPANI) — Vent’anni dopo la frana che nel 2001 ha rischiato di farlo sparire, a proteggere il borgo – un gruppetto di case aggrappate alla montagna e affacciate su un pezzo di costa mozzafiato – c’è solo un cartello firmato dal sindaco che invita chiunque senta «un rumore violento» a darsela a gambe. Nell’anno in cui Macari diventa la meta del desiderio per i 6 milioni di italiani che incollati alla tv hanno visto la serie con Claudio Gioè tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri, l’oasi del trapanese a cinque chilometri da San Vito si ritrova indifesa, minacciata da frane e incendi.E se nessun intervento di messa in sicurezza è stato ancora programmato, ad alzare la voce sono i residenti – 150 che d’estate diventano duemila – che sulla ribalta di Macari hanno scommesso. Ad aiutarli il prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi che ha acceso i riflettori sul caso sollecitando la Regione e il Comune di San Vito a intervenire.I fatti. Nel 2001 frana la montagna che sovrasta la costa ma poi nessuno se ne occupa più e le barriere paramassi sistemate d’urgenza vengono inghiottite dall’incuria. Nel 2019 la Regione aggiorna il piano per l’assetto idrogeologico e salta fuori che nulla è cambiato: i monti sopra Macari e sopra la riserva dello Zingaro vengono classificati R4, rischio molto elevato. Così il sindaco Giuseppe Peraino, un mese fa, appende tre cartelli per chiedere agli abitanti di «adottare comportamenti che possano far diminuire i rischi», di «non utilizzare come camere da letto le stanze esposte sul versante monte» e «in ogni caso, al manifestarsi di ogni evento che potrebbe essere valutato come presagio, di abbandonare la zona».«Un paradosso» dice Nicola Biondo, giornalista e scrittore, che con la moglie Nicoletta ha trasformato la casa di famiglia in una residenza per ospiti, soprattutto stranieri. «Un modo per sottrarsi alle responsabilità» fa eco Marilù Terrasi che il suo hotel e ristorante Pocho, tra luoghi del cuore del commissario Lamanna, lo ha già riaperto e ha un boom di prenotazioni per tutta l’estate. Il gruppo consiliare d’opposizione Orgoglio Sanvitese sta dando battaglia con esposti e segnalazioni. «I cartelli – dice il consigliere Carlo Stabile – sono il segno dell’incuria e dell’inefficienza dell’amministrazione».Non c’è solo il rischio frane. A minacciare il borgo è anche il fuoco, con gli incendi che ad agosto scorso hanno inghiottito ettari di vegetazione lambendo le case per 24 ore e bloccando le vie di fuga. Nella riserva naturale dove le fiamme si sono fatte strada oggi ci sono sterpaglie e detriti che in un giorno di scirocco potrebbero alimentare un nuovo rogo. Dove sono i tagliafuoco? E la pulizia preventiva? Al bar pizzeria cuore di Macari c’è Alessandro Di Sclafani che la montagna la conosce bene: ci è arrivato nel 2001, dopo la frana, come alpinista rocciatore per la messa in sicurezza. Nel borgo ha finito per viverci, innamorandosi della ragazza che a pausa pranzo farciva i panini che si portava in quota. «Quel cartello è ridicolo. Noi sul turismo a Macari dopo la fiction ci contiamo». I l sindaco, che c’era pure nel 2001, si difende. «La competenza sulla barriera paramassi è della protezione civile regionale, quel cartello è un segnale di attenzione». Per spiegare come mai l’amministrazione abbia presentato solo adesso i progetti al ministero per la messa in sicurezza dice che è stato rieletto «nel 2018». Peraino, coinvolto in una vicenda giudiziaria per un falso testamento, annuncia che per prevenire gli incendi arriveranno le telecamere: ma nel 2022. Ma l’estate post Covid deve allontanare il rischio fuoco e massi: il prefetto Ricciardi ha ottenuto dalla Regione l’impegno di un sopralluogo a brevissimo. «Al di là delle prioritarie ragioni di sicurezza – dice – è un peccato non salvaguardare un paesaggio finalmente scoperto». «Proteggiamo Macari – dice Savatteri – mi auguro che il suo incanto venga preservato da incuria e sfregi».