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 2021  maggio 01 Sabato calendario

Ricordi di un libraio

Un amico mi ha raccontato di recente di avere trascorso il tempo libero dei mesi del lockdown a rimettere in ordine i propri libri: li aveva sempre allineati sugli scaffali suddividendoli per case editrici, ammettendo di sentire come molti l’attrattiva dell’eleganza di certi caratteristici dorsi di copertina, come quelli dell’Adelphi o dei Coralli Einaudi, ma avendo di colpo più spazio, perché i figli ormai grandi se ne sono andati, ha preso la non facile decisione di rivoluzionare tutto, collocando i volumi in base all’autore e pure separando gli italiani dagli stranieri. A chi dare il posto d’onore? Chi fare retrocedere, per così dire, ai piani più bassi, o a quelli così alti da risultare invisibili e irraggiungibili, a meno di montare su una sedia? Il suo dilemma avrebbe potuto ben figurare ne I racconti del libraio, un saggio che si legge come un romanzo, un’autobiografia che è in realtà una love story: la storia del nostro amore per i libri.
L’autore, Martin Latham, ha fatto il libraio per trent’anni in Inghilterra e continua a farlo, nella libreria Waterstones, maggiore catena nazionale, di Canterbury, la pittoresca cittadina della famosa cattedrale. Poteva scrivere un libro di memorie, e questo in parte lo è, ma ha fatto molto di più, prendendo il lettore per mano e raccontando tutte le sfumature dell’editoria e della lettura, da come furono stampati i primi libri alle mille maniere in cui vengono scritti, dalle note a piè di pagina lasciate da chi li tiene in mano alle ossessioni di chi li colleziona, inclusi naturalmente gli svariati sistemi adottati per tenerli tutti insieme in una libreria, privata come quella del mio amico o pubblica come una biblioteca.
Apprendiamo così che Alessandro il Grande portava con sé l’Iliade di Omero dovunque andasse (e com’è noto non rimase a lungo fermo nello stesso posto), che Napoleone voleva avere sempre con sé in battaglia, quasi una forma di scaramanzia, una copia de I dolori del giovane Werther di Goethe, e che Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, leggeva i libri di cappa e spada del suo conterraneo scozzese Walter Scott nel cuore della notte a lume di candela per immergersi maggiormente nell’atmosfera. L’aneddoto forse più bello riguarda Anthony Hopkins: quando gli offrirono una parte nel film tratto dal romanzo The girl from Petrovka di George Feifer, il grande attore avrebbe voluto leggerlo ma non riuscì a trovarne una copia da nessuna parte, finché una sera, prendendo il metrò a Londra, scorse un libro dimenticato da qualcuno nel sedile accanto al suo: ed era The girl from Petrovka.Questo episodio funzionerebbe già bene così, ma ha un epilogo ancora più straordinario: due anni dopo, girato il film, Hopkins incontra finalmente Feifer e gli racconta come era entrato in possesso di una copia del suo libro. E lo scrittore gli risponde: «Ma quella era proprio la mia copia! Un giorno l’ho persa in metropolitana. Devono esserci ancora i miei scarabocchi». L’attore va a casa, controlla e gli scarabocchi sono quelli descritti dallo scrittore: era davvero la sua copia.
Il messaggio è che, grazie ai libri, «la vita non è solo guerre e bucato», come scrive l’autore nei ringraziamenti finali, bensì qualcosa di imprevedibile, con un’emozione, un insegnamento e una possibile svolta dietro ogni pagina. Come i menestrelli che andavano di città in città declamando miti, cronache e fiabe di ogni epoca, non c’è da meravigliarsi se chi trascorre l’esistenza fra i libri abbia a sua volta delle storie da condividere.
Latham non è il primo libraio che scrive un libro. In Inghilterra lo ha preceduto Shaun Bythell: il suo Una vita da libraio è diventato un tale bestseller da convincerla a scriverne altri due, Confessions of a Bookseller e Seven Kinds of People You Find in a Bookshop. In Italia c’è uno dei capostipiti della specie, Romano Montroni, padre di tutti i librai nostrani, i cui Libraio per caso, Vendere l’anima – il mestiere di libraio e L’uomo che sussurrava ai lettorisono una delizia per chiunque ami i libri. Se curiosare tra gli scaffali di una libreria è la vostra idea di paradiso, come ha scritto il Sunday Express, trarrete lo stesso piacere da questo libro. L’unico rischio è che, giunti in fondo, potrebbe venirvi la tentazione di cambiare il modo in cui sono allineati i volumi della libreria di casa; e a lockdown concluso, se vi mancherà il tempo, non starete più tranquilli fino a che ci sarete riusciti.