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 2021  maggio 01 Sabato calendario

A Firenze un ristorante dedicato a Sophia Loren

L’oro di Napoli arriva a due passi dal Duomo di Firenze e lo fa in grande stile con il nome della Signora Italia che piace al mondo. Si chiama infatti Sophia Loren Original Italian Food l’elegante locale di 1500 metri quadri su tre piani con 300 posti (60 dei quali nel dehor sotto i portici) appena aperto in via Brunelleschi al posto di una storica filiale dell’Unicredit. Deus ex machina dell’operazione per cui ci sono voluti due anni di lavori e investimenti per tre milioni di euro, è l’imprenditore napoletano Luciano Cimmino, presidente di Pianoforte Holding che controlla i marchi Yamamay e Carpisa. Innamorato da sempre tanto della Loren quanto della cultura partenopea, Mr. Cimmino ha cominciato a pensare al progetto durante l’EXPO di Milano trovando però una serie d’intoppi burocratici. La pandemia ha fatto il resto, ma nel frattempo è nata una nuova società, la Dream Food nella cui compagine compiono le famiglie Cimmino e Carlino di Pianoforte Holding, Francesco Pinto, Sergio Ubaldo, Nicola Giglio e l’architetto Ivo Maria Redaelli che ha realizzato con la massima cura il nuovo locale fiorentino.
Sua l’idea dei forni rivestiti da una superficie tridimensionale color oro brillante e delle pareti decorate con foglia d’oro perché secondo lui «la pizza è il vero oro di Napoli». Sempre suo il compito non facile d’’inserire l’immagine di Sophia con la dovuta discrezione perché l’accordo siglato con la diva prevede sostanziose royalties legate agli incassi, ma anche l’apertura di analoghi locali a Milano, Napoli e in seguito a Dubai, Miami, Hong Kong e Shangai. Logico quindi evitare la sovraesposizione che toglierebbe fascino e prestigio a tutti.
La sua effige compare quindi sui magnifici sottopiatti che proteggono i tavolini in pietra lavica e sul gigantesco ritratto realizzato con 10.600 tatti di bottiglia dall’artista Luigi Masecchia proprio dietro al bancone del bar in cui si preparano cocktail e aperitivi con tanto di alambicchi e piante officinali. Dall’altra parte del locale c’è invece il bar-pasticceria dove si può gustare «na tazzulella e caffè»: il vero e inimitabile espresso napoletano con le celebri sfogliatelle di Carmine Di Donna, pastry chef pluripremiato di Torre del Greco. Al centro c’è il cuore pulsante dell’esercizio, ovvero l’area in cui viene realizzata la pizza. Dietro al bancone di marmo per l’impasto, un’insolita «quinta» fatta dai barili che contengono il lievito madre, uno dei tanti segreti delle pizze firmate da Francesco Martucci, eletto nel 2020 miglior pizzaiolo d’Italia (e quindi del mondo) con il suo celebre locale I Masanielli di Caserta. Per il menu dei primi è stato invece chiamato Gennaro Esposito, chef pluristellato della Torre del Saracino di Vico Equense.
Il tutto a prezzi che Luciano Cimmino definisce «correnti e mai esagerati. Il mio Sophia Loren è aperto per i fiorentini e per tutti i clienti del mondo. Sono convinto che il cibo sia il miglior punto di ripartenza per tutti e qui si troveranno le migliori eccellenze campane».
Inutile dire che non tutti a Firenze sono contenti: c’è chi si è lamentato per la vicinanza con il Duomo mentre altri ristoratori maledicono il giorno in cui hanno aperto un locale senza dehor. Intanto però 40 persone hanno trovato lavoro e di questi tempi non è poco. Inoltre la signora Loren da Ginevra fa sapere: «C’è qualcosa di elementare, pulito, allegro nella pizza che mi fa subito pensare un gran bene dei suoi seguaci». Più invitante di così...