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 2021  aprile 30 Venerdì calendario

Cos’è Arab News

Arab News è il primo quotidiano in lingua inglese dell’Arabia Saudita. È stato fondato nel 1975 e oggi è una delle 29 pubblicazioni prodotte dalla Saudi Research & Publishing Company (SRPC), una sussidiaria del Saudi Research & Marketing Group (SRMG). Tutte compagnie saldamente in mano alla famiglia reale saudita, o almeno a quella parte che per evitare di finire al confino in qualche sperduto villaggio nel deserto si è piegata ai voleri del principe ereditario Mohammed bin Salman.
Con l’avvento di Mbs, Arab News è diventato un house organ personale del principe. Impossibile trovare una notizia “vera”, giornalisticamente parlando, ma solo stucchevoli peana dove Mbs è ritratto come una sorta di Padre Pio islamico. Appare sempre in immagini auliche – con quel sorriso che non può non far correre un brivido nella schiena – con la tradizionale kefiah bianca e rossa e la jallabja bianca mentre fa ampi gesti con la mano e lo sguardo che si spinge lontano.
Sotto la testata – sia in carta che online – il suo motto, il suo spirito guida, così recita: “La voce del cambiamento della regione”. Nonostante gli sforzi editoriali i follower dell’edizione online restano inchiodati a meno di 20 mila, e questo segnala che – fatte le debite tare dei follower stranieri come chi scrive – non sembrano in molti a essere interessati a questo strumento di propaganda, utilizzato nell’ultimo anno soprattutto a vendere il prodotto che sta più a cuore a Mbs: Vision 2030, il programma di sviluppo del Fondo sovrano saudita per cercare di contenere la dipendenza economica dell’Arabia Saudita dal petrolio e aprire il Paese ad altri investimenti, soprattutto stranieri. Promesse con ambiziosi e costosi progetti di diversificazione che devono però ancora essere mantenute.
I parenti messi agli arresti, il coinvolgimento nell’omicidio di Jamal Khashoggi, hanno fatto di Bin Salman una persona “non gradita” negli Usa e in molti altri Paesi. Vicende che hanno allontanato i possibili partner e investitori stranieri dal Paese che trae il suo nome dalla famiglia regnante, come se la Gran Bretagna si chiamasse Windsor. In ogni caso siamo ben lontani dalle aspettative del governor del Fondo sovrano, Yasir al-Rumayyan, che l’anno scorso prevedeva di avere 2 trilioni di dollari in asset in gestione entro il 2030, il che lo avrebbe reso il più grande fondo patrimoniale del mondo.
La macchina della propaganda è comunque ben oliata. Questi alcuni titoli dell’edizione di ieri di Arab News: “I sauditi sono più fiduciosi su come Vision 2030 sia la strada giusta”, “Vision 2030 ed energia: perché ha avuto successo e avrà un futuro luminoso” e naturalmente una sterminata intervista di Mohammed bin Salman al giornalista Abdullah Al-Mudaifer. Fra i commenti ieri ne spiccava uno che paragonava il principe a Victor Hugo, come se la Pravda ai tempi dell’Urss avesse paragonato Leonid Breznev a Fëdor Dostoevskij.