Corriere della Sera, 30 aprile 2021
Il fenomeno “So’ Lillo”
«Schiavo! Ti toglierai l’elmo e mi dirai il tuo nome», ordina Joaquin Phoenix nei panni di Commodo nel Gladiatore. Il mistero è presto risolto: «So’ Lillo!». È soltanto uno dei tanti meme che viaggiano sulla rete, ispirandosi ai personaggi di Pasquale Petrolo nel game show «Lol- Chi ride è fuori».
Siate seri se potete, domani arriva Lillo sul palco del Primo Maggio. Il comico, attore e regista romano affiancherà Ambra e Stefano Fresi sul palco del Concertone. «Ho il compito di sdrammatizzare l’atmosfera – racconta – Mi ispiro alla comicità fisica, quella di John Belushi, Alberto Sordi, Peter Sellers. Parlerò dell’importanza del lavoro in questo momento delicatissimo, specie per chi opera nello spettacolo o è a contatto con il pubblico. Ancora non ho deciso cosa fare».
Di sicuro non ci saranno Posaman e So’ Lillo. «Hanno avuto un successo inaspettato tanto da produrre meme meravigliosi che io guardo uno per uno. Ormai appartengono al pubblico – commenta Lillo – e pensare che Posaman è nato come un’arma per far ridere i concorrenti di Lol. So’ Lillo l’ho creato durante lo show: dopo essermi sfilato la parrucca di una ballerina anni 70, m’è venuta questa frase per dire: so’ io. E l’ho usata come tormentone. Non sono gag studiate e hanno funzionato. Quasi quasi improvviso pure al Primo Maggio, viene meglio».
Del cast conosce poco: «C’è Noel Gallagher, me lo ha detto mia moglie: per me è un mito con gli Oasis e da solo. Antonello Venditti è il core de Roma. Uno dei primi dischi che ho comprato è stato Sotto il segno dei pesci». La musica è un’altra grande passione, oltre a condividere con Greg (Claudio Gregori) la band Latte & i suoi Derivati, guida da solo Lillo e i Vagabondi (con la vocalist Loredana Maiuri). «Sono un chitarrista mediocre e autodidatta. Ho un’anima rock, ma ascolto tutto, dai Police agli AC/DC fino a Franco Battiato.... roba buona, buonissima». Che però non gli ha evitato qualche piccola delusione. «Qualche anno fa andai al concerto di Marilyn Manson. Si capiva che non vedeva l’ora di finire per andare a mangiare al ristorante». Uno show indimenticabile? «Da ragazzino scappai di casa per vedere Bruce Springsteen a Milano. Era il tour di Born in The U.S.A, è stato il live più bello della mia vita».
Romano, 59 anni il 27 agosto, Lillo ha iniziato disegnando fumetti negli anni 80. «Lavoravo in una casa editrice, lì ho incontrato Greg – ricorda – Quando è fallita, per alzare un po’ di soldi andavamo a suonare nei club romani con Latte & i suoi Derivati. Eravamo due scannati che volevano divertirsi. Una sera, al Fonclea, dove avremmo dovuto esibirci, noto un fila lunghissima di persone che prendeva un isolato. Ho detto a Greg: “Hanno aperto una discoteca vicino al nostro club”. Poi abbiamo capito che tutta quella gente era lì per noi».
Parte da Roma la scalata di Lillo e Greg verso il successo, divisa fra teatro, cinema, radio e televisione. Spesso in coppia, ma anche da soli. «È la nostra forza lavorare separatamente. È il segreto della longevità anche per le coppie sentimentali», racconta mentre è impegnato nei sopralluoghi per il nuovo film che girerà in estate con Greg ed Eros Puglielli. Il 2021 per Lillo trascorre pieno di lavoro e progetti, a differenza del 2020 segnato da «esperienze forti. Prima il lockdown, vissuto con un po’ di angoscia che mi ha bloccato a livello creativo. Poi, alle 5 del pomeriggio il mio dirimpettaio, ogni giorno, cantava alla finestra L’italiano di Toto Cutugno... non mi aiutava». A ottobre, il contagio da Covid: «Un mese di ospedale e tre giorni in terapia intensiva. La malattia mi ha fatto capire che bisogna cogliere l’attimo fuggente».
Gli è rimasto qualche desiderio da realizzare? «Non ho sogni nel cassetto. Mi mancava il musical, e alla fine ho fatto pure quello, recitando in School of Rock. Avrei scelto questo mestiere anche se non avessi avuto successo. Ho al mio fianco la donna che amo... non abbiamo figli e forse è un piccolo dispiacere. Ma dalla vita ho avuto tanto». Non desidererebbe salire sul palco di Springsteen? «No, mi verrebbe un infarto, farei una pessima figura. Meglio che non accada».