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 2021  aprile 29 Giovedì calendario

La ristrutturazione di Boris Johnson sotto inchiesta

Ora c’è un’inchiesta formale contro Boris Johnson: il premier britannico è sotto accusa per la vicenda della costosissima ristrutturazione del suo appartamento personale a Downing Street, fortemente voluta dalla fidanzata Carrie Symonds. 
È emerso che a pagare il conto di 58 mila sterline (circa 70 mila euro) sarebbero stati donatori del partito conservatore, perché Boris non poteva permettersi un simile esborso di tasca sua. Per la Commissione Elettorale, l’organismo indipendente che vigila sui finanziamenti alla politica, ci sono «ragionevoli motivi per sospettare che siano stati commessi reati». Perché se non è illegale ricevere elargizioni, i politici devono dichiararle pubblicamente: cosa che Johnson non ha fatto. 
Se giudicato colpevole, il premier rischia come minimo una multa, che può arrivare fino a 20 mila sterline (quasi 25 mila euro). Ma la Commissione Elettorale, sulla base della gravità dei risultati dell’inchiesta, potrebbe anche passare tutto il dossier alla polizia: e l’esito finale della vicenda potrebbe essere perfino l’incriminazione di Johnson. 
Il capo del governo si è detto ieri pronto a testimoniare di fronte alla Commissione: ma in Parlamento ha avuto un accesissimo scontro con Keir Starmer, il leader dell’opposizione laburista, che lo ha accusato di mentire. Rosso in faccia, Boris ha ripetuto di aver «coperto i costi» della ristrutturazione: il che però non esclude che in un primo momento i soldi siano stati anticipati da qualcun altro. E se Johnson ha poi ripianato tutto, da dove ha preso la somma? Ha dovuto chiedere un altro prestito? 
Sì, perché il premier britannico è notoriamente sul lastrico. Lo stipendio ufficiale di 150 mila sterline non gli basta pe far fronte ai costi dell’oneroso divorzio dall’ex moglie Marina, che lui ha lasciato per Carrie; senza contare gli innumerevoli figli che ha sparso in giro e che deve mantenere. 
Il risultato è che Boris non si è potuto neppure permettere una baby-sitter per il neonato figlio Winfred: figuriamoci accontentare i gusti stravaganti della fidanzata, che si era lamentata dell’«arredo da supermercato» lasciato da Theresa May a Downing Street e pare abbia voluto ricoprire tutto con carta da parati dorata. 
La coppia vive nell’appartamento ufficiale al numero 11 di Downing Street (mentre gli uffici del premier sono al numero 10): lo Stato passa fino a 30 mila sterline per il mantenimento della residenza, ma il resto lo deve mettere di tasca sua il premier di turno (che per di più deve pagare le tasse su quella casa, considerata un benefit). 
Lo scandalo dei soldi passati sottobanco a Boris dai finanziatori del partito conservatore è il risultato della campagna di rivelazioni scatenata dall’ex consigliere Dominic Cummings, il «Rasputin» della Brexit estromesso da Carrie alla fine dell’anno scorso. «Dom» per vendetta ha fatto filtrare alla stampa tutta una serie di indiscrezioni imbarazzanti, inclusa la frase attribuita a Johnson sulla «catasta di corpi» preferibile a un lockdown.