Il Sole 24 Ore, 28 aprile 2021
Il business dell’internet satellitare
Nel 2040, secondo Morgan Stanley, genererà ricavi globali pari a circa un trilione di dollari. Una crescita esponenziale, il triplo rispetto ai 350 miliardi del 2016, trainata soprattutto dall’internet satellitare.
L’economia dello spazio è una macchina in corsa dalle potenzialità ancora in parte inespresse. Frontiera di prodotto all’interno della filiera e avamposto del business di domani. Ne è convinto l’Osservatorio Space economy del Politecnico di Milano. «Un numero sempre maggiore e diversificato di soggetti – spiega il direttore scientifico Paolo Trucco – guarda all’economia dello spazio con crescente interesse per l’impatto che può avere su svariati settori. L’unione tra tecnologie spaziali e digitali produrrà trasformazioni radicali a livello industriale: innoverà processi, prodotti, servizi, modelli di business, porterà alla nascita di nuove imprese e all’ingresso di nuovi attori tradizionalmente non legati a questa industria». Chi saprà cogliere queste opportunità, aggiunge, «diventerà più competitivo sui mercati globali e sarà capace di rispondere ai bisogni futuri della società».
Anche i governi ci credono. Secondo Euroconsult nel 2020 i budget nazionali destinati a questa voce ammontano a 82,5 miliardi di dollari. Più di metà della dotazione (47,7 miliardi) fa capo agli Usa, seguiti, a distanza, dalla Cina. L’Italia (con 1,088 miliardi nel 2020) è all’ottavo posto se si considerano solo le risorse governative e al decimo se si includono anche i fondi dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea (5,7 miliardi) e della Ue (2,4). Agli investimenti pubblici si aggiungono quelli privati stimati intorno ai 5,8 miliardi nel 2019 a livello globale, il doppio rispetto al 2018.
Una nuova tendenza è in atto e lo dimostra anche l’interesse del mercato. L’Osservatorio ha censito più di 700 start up nel mondo a partire dal 2010 con almeno un round di finanziamento negli ultimi 5 anni, che hanno raccolto circa 4,8 miliardi di dollari nel 2020, nonostante la pandemia.
La combinazione di dati (immagini satellitari, segnali di navigazione e comunicazione) con tecnologie digitali avanzate, come gli algoritmi di Intelligenza artificiale, rappresenta il futuro della space economy, a beneficio della filiera e di altri settori. Qualche esempio? La maggiore accessibilità dello spazio con nuove modalità di lancio in orbita e nano-satelliti potrebbe ridurre i costi, mentre i servizi legati all’esplorazione potranno consentire uno scatto in avanti nello sfruttamento delle sue risorse e del turismo spaziale. Non solo. La riebolazione dei dati satellitari con tecnologie digitali darà ulteriore impulso ad altri settori, come l’agricoltura di precisione, l’energia, la logistica e le assicurazioni. Le immagini dai satelliti, per esempio, consentono di tenere sotto controllo l’uso di pesticidi o la fertilità del terreno e sono utili per analizzare quasi in tempo reale le reti di distribuzione energetica, per prevenire danni o evitare costose interruzioni di rete. Il monitoraggio continuo delle merci è fondamentale anche nella logistica e nei trasporti per valutare le tratte più redditizie e rendere più efficienti le fasi di carico e scarico. Per le assicurazioni questi servizi possono migliorare i modelli di previsione del rischio e consentire polizze personalizzate.
In Italia l’industria dello spazio conta circa 200 aziende, di cui l’80% sono Pmi, con un giro di affari annuo di circa 2 miliardi, 7mila addetti, aumentati del 15% negli ultimi cinque anni, e 12 cluster. «Per cogliere pienamente queste opportunità – sottolinea Trucco – serve una regolamentazione favorevole all’innovazione, che consenta alla filiera nazionale di operare in condizioni di vantaggio competitivo e di attrarre capitali». Il Piano strategico space economy del 2016 ha previsto un investimento di 4,7 miliardi di euro, di cui circa la metà con risorse pubbliche. «Un buon punto di partenza, lungimirante e innovativo – conclude Trucco – perché apre ai privati e coinvolge le Regioni, anche attraverso le risorse europee». Il resto lo farà il Next Generation Eu. Nel piano italiano sono previste misure per rafforzare la partecipazione allo sviluppo della space economy e i sistemi di osservazione della Terra. La dotazione sarà di 1,29 miliardi a cui si aggiungerà un altro miliardo del Fondo complementare.