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 2021  aprile 28 Mercoledì calendario

Periscopio

Masse, masserie, massonerie. Dino Basili. Studi Cattolici.
«Ciao: Ci vediamo domani». «Finalmente un po’ di ottimismo». Altan, l’Espresso.
Tacciano i giornali, la magistratura insabbi e la ragazza sia trattata come merita, da troietta e da ricattatrice. Una simile pretesa, da parte di un capo politico, di un leader di partito, non ha semplicemente precedenti. In qualunque altro paese, naturalmente, dare del «capo politico» a Beppe Grillo, e del «partito» al balengarium che oggi approva in coro la mossa dadaista dell’Elevato, suonerebbe (a scelta) come una barzelletta o una bestemmia. Guardiamoci in faccia, allora: il problema non è la famiglia Grillo e non è nemmeno il Movimento 5 Stelle, il problema sono gl’italiani che hanno votato in massa il vaffismo e che ancora (sbaglierò) non se ne sono pentiti abbastanza. Diego Gabutti, scrittore. ItaliaOggi.
Subito dopo il funerale di Casaleggio padre, Luigi Di Maio e Davide Casaleggio si accordano per bypassare Grillo. L’accordo è durato per tutto il governo gialloverde. L’alleanza con la Lega era una cosa pazzesca a pensarla prima, ma visti i risultati elettorali era l’unica cosa sensata da fare. Purtroppo, fu fatto l’errore di indicare Giuseppe Conte come premier, ma Matteo Salvini non volle accettare l’accordo di una alternanza alla presidenza del consiglio dei ministri: metà mandato a Di Maio, metà a Salvini. Fu una delle concause della fine di quell’esperienza che sarebbe stata rivoluzionaria. Paolo Becchi, ideologo del M5s agli inizi (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Dopo essere stato smentito da Saragat e Moro sul presunto piano Solo, Scalfari chiede un intervento a Nenni. E qui si apre una delle vicende più significative. Perché Nenni, al quale viene attribuita la celebre frase sul «tintinnar di sciabole» (anche se non risulta se e dove l’abbia pronunciata), per decenni è stato fatto passare come colui che per primo aveva avvertito il pericolo. Ebbene, Nenni ha sempre negato che vi fosse stata alcuna forma di intervento o pressione armata, e l’ha ripetuto in tutte le sedi: articoli, interventi al tribunale e commissione di inchiesta, diario. Con straordinaria abilità si è fatto credere il contrario, al punto che oggi gli storici, compreso Paul Ginsborg, lo riportano tra i colpevolisti. Mario Segni (Aldo Cazzullo). Corsera.
Donald Trump non se ne voleva andare dalla Casa Bianca. Ho pigliato un’immagine con Melania e l’ho fatto parlare come un inquilino moroso dell’Ater: «M’ha detto un mio amico vigile che se dentro casa ce mettemo ’n anziano nun ce possono caccià via». Gli sfrattati s’immedesimano subito. Federico Palmaroli, Osho, umorista politico (Stefano Lorenzetto). Corsera.
La Turchia, dopo un Novecento europeizzante, cessato da tempo, è oggi una media potenza che ha voce in capitolo sui territori del suo ex impero, che fu detto ottomano. Ha lo sguardo fisso a oriente sulle ex colonie arabe della Mesopotamia. A Istanbul si producono le fiction in arabo per i paesi satelliti. La figura di Erdogan, simile a quello di un despota erodoteo, rappresenta visivamente il ritorno alle origini. Giancarlo Perna, la Verità.
Divenni socialista anche se non ho mai avuto tessere di partito. Sono stato anticomunista, ma ho frequentato molti personaggi del comunismo italiano, da Piero Ingrao a Giorgio Amendola, da Alfredo Reichlin a Paolo Bufalini. Quando entravo nella stanza di Bruno Trentin alla Cgil mi sembrava di mettere piede in un tempio, tale era il suo carisma. Sono stato amico di Emanuele Macaluso, una figura leggendaria. Erano uomini di una statura incomparabile se confrontata con i politici di oggi. Giampiero Mughini, scrittore (Concetto Vecchio). la Repubblica.
Conobbi Gael Green, recensiva locali sul New York Magazine e teneva anche una rubrica sul sesso. Fece un confronto tra il ristorante gestito da mio figlio Giuseppe e un altro della Grande Mela, stroncando il nostro. Scrissi una lettera alla direzione della rivista: «Temo che la signora Green prima di pranzare non si sia tolta il preservativo dalla lingua». Fu pubblicata. Arrigo Cipriani (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Nel giallo classico e perbenista il colpevole viene smascherato in biblioteca. Una cerimonia stucchevole, che arriva in genere dopo aver riunito tutti i sospettati tra le lussuose boiserie di una sala di lettura. Niente biblioteche, né lussi, né boiserie, né argute vecchiette-detective nei cinque romanzi di Hammet, usciti dal 1929 al 1934. Hammett infatti ci dice che in città la fanno da padroni il caos e i lupi, che l’ordine è solo ipocrisia. Se ne è andato giusto 60 anni fa: ridotto in miseria, morì in ospedale divorato dal cancro ai polmoni nel gennaio del 1961, anche se aveva smesso di vivere molto tempo prima. Maurizio Pilotti, Libertà.
A Milano era una giornata limpida, bellissima. Sono scesa dal tram 1 in via Tommaso Grossi, prima della Scala. Da tanto non andavo in centro. Timidamente sono entrata in Galleria. Le vetrine splendevano, i negozi vuoti. Zona arancione, però ragazzi in giro, e impiegati con quel passo della gente di Milano – «via, largo, non ho un minuto da perdere». Mesti i caffè senza nessuno, e che nostalgia di quelle comitive giapponesi che il milanese medio, intralciato appunto nella sua marcia verso il metrò, dribblava un anno fa con irritazione. Marina Corradi, scrittrice. Avvenire.
L’alcol non viene percepito come una droga. Nelle scuole gli insegnanti mi dicono di non affermare quanto sto per dire ma è la verità: a volte bere è più dannoso di uno spinello. Non entro nel merito dei danni degli spinelli, per carità, ma è innegabile che non c’è mai stata la stessa attenzione sociale nei confronti dell’alcol, percepito come un costume familiare, che magari nelle famiglie si tramanda da generazioni. Luigi Rainero Fassati, transplantologo (Roberta Scorranese). Corsera.
Avete presente il leggendario Alfred Hitchcock e i suoi straordinari film? Cito, a caso, Intrigo internazionale, La finestra sul cortile, La donna che visse due volte… Lo stile è sempre uguale: luce, visibilità totale, primi piani; e per lo spettatore è un piacere seguire il racconto, capire tutto, immedesimarsi. In gran parte dei film di oggi, e nelle serie, invece é tutto il contrario: buio, immagini oscure, incomprensibili i personaggi e il conseguente racconto. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
E bello, quando mi dimentico tutti i compleanni compreso il mio, per poi scoprire che qualcuno si ricorda di me. Mark Twain.
La demagogia è l’arte d’imbrogliare il popolo fingendo di adularlo. Roberto Gervaso.