La Gazzetta dello Sport, 28 aprile 2021
In morte di Tamara Press
Diciassette anni dopo ha raggiunto la sorella Irina, campionessa olimpica come lei con i colori dell’allora Unione Sovietica, portandosi nella tomba il mistero mai svelato. Domenica, a Mosca, Tamara Press s’è spenta alle soglie degli 84 anni. Era nata a Charkiv, allora in Ucraina, il 10 maggio 1937, due anni prima di Irina. E come lei, nel 1966, alla vigilia degli Europei di Budapest chiuse improvvisamente una carriera farcita di medaglie olimpiche e record mondiali: guarda caso, appena prima che venissero introdotti tra le atlete i controlli sul sesso. Osannate in patria, oltrecortina Irina e Tamara si portarono appresso forti sospetti sul loro genere di appartenenza. I tratti mascolini erano evidenti e misero in forte dubbio la loro femminilità. C’era chi, sarcasticamente, le chiamava i Fratelli Press. E ipotizzare che il tutto fosse dovuto all’assunzione di ormoni maschili – molto in voga ai tempi, come avremmo scoperto in seguito – fu naturale. Se Irina, che dopo la carriera sarebbe entrata nel KGB, vinse gli 80 ostacoli ai Giochi di Roma ‘60 e il pentathlon a quelli di Tokyo ‘64, Tamara, futuro ingegnere civile, primeggiò nei lanci per quasi un decennio e fece ancor meglio. Era una virago di 1 metro e 80 per 102 chili. A Roma si prese l’oro nel peso e l’argento nel disco, poi a Tokyo realizzò addirittura la doppietta, fino ad allora mai riuscita a nessuna atleta. Nel peso fu la prima ad abbattere la barriera dei 18 metri (18.59), nel disco sfiorò quella dei 60 (59.70). Oltre a mettersi al collo tre medaglie d’argento e due d’oro agli Europei, stabilì ben 12 primati del mondo, equamente divisi tra le due specialità. Due volte le riuscii nella stessa occasione e quasi in simultanea con Irina. I loro giorni più belli.