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 2021  aprile 27 Martedì calendario

In Toscana i morti sono oltre il doppio dei nati


La generazione perduta. L’incidenza della pandemia sul tasso di natalità, nella quinta regione più grande d’Italia, cioè la Toscana, è altissima: i morti sono stati oltre il doppio dei nati. La tendenza viene da lontano, ma tra il 2019 e il 2020, con la diffusione del Covid, ha toccato punte allarmanti.
Nell’anno appena concluso, secondo i dati Istat, si è registrato un minimo storico di nascite dall’unità d’Italia e un massimo storico di decessi dal secondo dopoguerra. Il calo delle nascite è del 3,8%: quasi 16 mila in meno rispetto al 2019. Nel 2020 sono stati iscritti all’anagrafe per nascita 404.104 bambini, mentre i decessi sono aumentati del 17,6%: quasi 112 mila in più rispetto al 2019.
Il caso della Toscana è emblematico. I numeri sono contenuti in un articolo scritto dallo statistico e demografo Roberto Volpi su ToscanaOggi. Negli ultimi due anni in Toscana sono nati 45.785 bambini e sono morte 91.812 persone. I morti hanno superato i nati di 46.027 unità. «Questo è un dato che non si esita a definire tragico», ha spiegato Volpi. «Certamente è da imputare almeno in parte alla super mortalità da pandemia. Ma solo in piccola parte». Quel che è certo è che «in Toscana non si nasce». E se la situazione non verrà invertita quella toscana sarà «una popolazione destinata all’estinzione. E questo non avverrà nel giro di millenni, bensì in un paio di secoli, questo dicono i calcoli. La partita si gioca ora». «Se la proporzione della popolazione di 0-14 anni della Toscana fosse uguale a quella italiana si avrebbero in regione circa 29 mila abitanti in più di questa età», ha aggiunto lo statistico. «Se ne avrebbero ben 108 mila in più se la proporzione fosse uguale a quella dell’Ue».
Secondo il demografo fiorentino Massimo Livi Bacci «saranno l’immigrazione e le seconde generazioni di stranieri a salvare la Toscana, che non sparirà assolutamente tra due secoli». «Il problema del calo delle nascite è strutturale e il nuovo assegno governativo rappresenta un aiuto più sostenuto rispetto al passato», ha detto al Corriere fiorentino l’economista Leonardo Becchetti. «Guardiamo ai nostri figli: sono immersi nella tecnologia digitale e avari di relazionalità. Questo certo non aiuta nella logica della creazione di una famiglia e questo è un fatto preoccupante».