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 2021  aprile 27 Martedì calendario

Biografia di Chloe Zhao

In un verso della poesia ripetuta tante volte con il padre quand’era bambina c’è il modo con cui Chloe Zhao è abituata a guardare la vita: «Le persone alla nascita sono intrinsecamente buone». Prima regista asiatica a vincere l’Oscar e seconda donna premiata per la regia, dopo Kathryn Bigelow, nella storia delle statuette, Zhao ha sentito il bisogno di ribadire più volte la sua fiducia nel genere umano, una fede che si riflette nei protagonisti delle sue storie, i fratelli Sioux di Songs my brothers taught to me, confinati in una riserva indiana e alle prese con la morte improvvisa del padre, il giovane cow-boy epilettico di The Rider, i nuovi nomadi spinti sulla strada dalla recessione economica di Nomadland. Figure di esclusi, ignorati, messi ai margini, hanno nutrito la sua prospettiva di autrice sensibile, affascinata dal mito americano della strada e dei grandi spazi, ispirata dal contatto della natura, guidata da un talento autoriale spontaneo: «Non riesco a vedere i personaggi che prendono vita fino all’inizio delle riprese. Devo assistere al modo in cui interagiscono con l’ambiente, con il tempo atmosferico, con le persone che li circondano, a seconda dell’ora del giorno e di quanto la telecamera si avvicina a loro».
Lo strappo con la Cina, il Paese in cui è nata (nell’82) e dove ha trascorso la prima infanzia, lo stesso che l’ha messa all’indice per via di alcune dichiarazioni fraintese, considerate poco patriottiche, ha segnato carattere e formazione dell’autrice: «Penso – dice Chloé Zhao – che la parola “outsider” sia la chiave di tutto. Ovunque vada mi sento un outsider, questo mi ha spinto a identificarmi con i personaggi di Nomadland». Figlia del dirigente di un’acciaieria, cresciuta con la matrigna, attrice nel Paese d’origine, sbarcata giovanissima prima in Gran Bretagna e poi negli Usa, Zhao ha deciso presto di cambiarsi il nome (quello vero era Zhao Ting), di completare i suoi studi a Los Angeles, di seguire la passione per il cinema, mettendo da parte gli studi di Scienze politiche e frequentando la «Tisch School of the Arts» diretta da Spike Lee. Con il suo compagno Joshua James Richards, regista di cinema indipendente, con i loro due cani più varie galline, Zhao vive in Ojai, una zona rurale della California, prediletta dagli eredi della cultura hippie: «L’America è diversa, così come possono esserlo i suoi paesaggi». Proprio per questo la sua sete di viaggio e conoscenza è destinata a non esaurirsi: «Più o meno ogni anno – ha raccontato Chloé Zhao – sento l’urgenza di rimettermi in cammino. Farsi una doccia alle 5 del mattino in un’area di parcheggio di pullman è una sensazione particolare, vedi il sole sorgere dietro le montagne... dimentico tutti i miei problemi e riesco ad avvertire solo la transitorietà del tutto, gente che va, che viene, che esiste».