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 2021  aprile 26 Lunedì calendario

Fantastica Moana, un ricordo audace

Domani avrebbe compiuto sessant’anni. Ed è difficile immaginare come sarebbe diventata, perché gli eroi son tutti giovani e belli, e lei era bella ed era anche un’eroina, a suo modo, Fantastica Moana, sogno erotico di padri e di figli, perfino capolista del Partito dell’Amore alle politiche del 1992 (pensava davvero di fare i raid negli ospedali per vedere se le cose funzionavano) e audace candidata alle amministrative di Roma l’anno successivo. La madre Rosanna Aloisio raccontò tutt’altra figlia, nei giorni della morte, avvenuta il 15 settembre del 1994 all’Hôtel-Dieu di Lione per un tumore al fegato. Le leggevo Sant’Agostino, disse a Epoca, e quando mi interrompevo mi chiedeva di andare avanti perché la faceva stare bene. Aggiunse che aveva chiuso gli occhi con il rosario tra le dita e che uno degli ultimi pensieri fu per i nonni: «Ci rivedremo tutti insieme in paradiso, li andrò a cercare appena arrivo. Speriamo si possano mangiare anche lì gli agnolotti al vino». Non che non fossero mancati gli scontri con una figlia che era la nemesi di una famiglia super cattolica, scuola dalle Orsoline e dai Padri Scolopi, clavicembalo e chitarra classica al Conservatorio, papà ingegnere nucleare impegnato nel volontariato. E invece Anna Moana Rosa Pozzi, con quel nome che in dialetto polinesiano significa «il punto dove il mare è più profondo», ha fatto la storia del porno. Rivendicandone la scelta, sempre con eleganza. E guadagnandosi la stima di insospettabili intellettuali come Enzo Biagi, che facendo un parallelo con i ladri di Tangentopoli scrisse: «È più rispettabile una persona che dà del suo in confronto a chi si appropria di ciò che è di altri». «Vorrei essere eterna, vorrei non finire mai, essere sempre così... Sarebbe una cosa meravigliosa», rispose lei in una delle tante interviste, frasi testamento raccolte da Marco Giusti in Moana, pubblicato nel 2004 per Mondadori. Eterna lo è diventata, un po’ come Marilyn o James Dean, Amy Winehouse o Paul Walker, eroi tutti giovani e belli. E se sentirne il nome ci riporta subito alla mente le sue onde bionde e il sorriso liquido, forse è proprio perché non è mai voluta essere diversa da come era. Con Pippo Baudo ammise: «Non sono pentita. Ne parlavo con mia madre pochi giorni fa. Le dicevo: mi dispiace che ti dispiaccia, ma rifarei tutto quello che ho fatto».