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 2021  aprile 26 Lunedì calendario

A Londra gli 007 diventano verdi

I servizi segreti di Sua Maestà si sono messi a spiare i grandi inquinatori globali per assicurarsi che rispettino gli impegni presi sui cambiamenti climatici. Meno romantico rispetto al modello James Bond, ma certamente più al passo con i tempi. A rivelare la nuova frontiera dello spionaggio internazionale, con un occhio particolare alla Cina, è il capo dell’MI6, Richard Moore. «Sul cambiamento climatico, dove è necessario che tutti siano favorevoli e giochino in maniera leale, ogni tanto si controlla per assicurarsi che lo stiano davvero facendo», dice. «Il nostro lavoro è gettare luce dove qualcuno potrebbe non volerla».
Moore paragona il controllo del rispetto degli impegni sul clima a quello sulla corsa agli armamenti durante la Guerra Fredda. E non a caso cita il proverbio reso popolare da Reagan: «Fidati, ma controlla». Sottolinea come il cambiamento climatico sia il «primo punto nell’agenda internazionale del Paese, e del pianeta tutto. È ovvio che in questo spazio ci sia un ruolo per noi». Sulla Cina, uno dei massimi inquinatori mondiali, dice, diplomaticamente, Londra vuole «rapporti favorevoli» con Pechino. Ma il clima è solo uno dei punti di (potenziale) conflitto: Londra ha escluso il gigante delle telecomunicazioni Huawei dalla costruzione della rete 5G, e ha lamentato la stretta di Pechino su Hong Kong e le violazioni contro la minoranza musulmana degli uiguri nello Xinjiang.
Le dichiarazioni di Moore, in un’intervista a «Times Radio», arrivano a pochi giorni dalla chiusura del summit sul clima voluto da Joe Biden: un vertice in cui è intervenuto anche il presidente cinese Xi Jinping, pur senza prendere nuovi impegni (aveva già promesso di tagliare le emissioni del 65% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030). E Boris Johnson ha fatto della conferenza Onu Cop26, in programma a Glasgow a novembre e co-presieduto dall’Italia, il punto centrale della sua premiership, dopo la lotta alla pandemia.
Moore, 57 anni e nessuna parentela con il Roger dei film di 007, è dall’anno scorso alla guida dell’MI6, l’agenzia di spionaggio internazionale, dove è semplicemente "C" (chief). L’intervista a "Times Radio" è la prima concessa ad un’emittente da un capo dei servizi in carica. Un altro segno del cambiamento dell’intelligence dai tempi della Guerra Fredda: nuovi dossier, nuova comunicazione e nuovi modelli. Moore, che twitta abitualmente, ha preso le distanze da James Bond (riconosce «forse solo qualche elemento, qualche eco») e ha rivelato che "Q", il mago dei gadget immortalato nei film di 007, verrà per la prima volta reclutato fuori dall’agenzia: troppo importante l’expertise sulle nuove tecnologie per fare a meno del settore privato. Intanto il suo omologo all’MI5, l’agenzia di spionaggio interno, Ken McCallum, ha detto basta all’immagine «dell’agente segreto che beve Martini» e fatto un invito alla trasparenza. Sotto di lui, l’MI5 nei giorni scorsi ha fatto il suo debutto su Instagram.